L’Ugl è un sindacato fortemente legato alla Lega. Sempre di destra, ma mai con un rapporto così stretto, nemmeno ai tempi di Alleanza nazionale, l’Ugl si trova così stretta in un rapporto forte con un partito in rapida ascesa e dalle forti caratteristiche ideologiche. Ma non sembra che questo la metta in difficoltà. Paolo Capone, il segretario generale della confederazione, spiega come è nato questo rapporto e assicura che comunque non farà sconti a nessuno. Le scelte di natura sindacale, afferma, sono e restano libere. E infatti assicura che l’Ugl non è il sindacato della Lega, ma un sindacato vicino alla Lega.
Capone, l’Ugl è di fatto il sindacato più vicino a questo governo. Come è nato questo rapporto così stretto?
L’Ugl è sempre stata politicamente indipendente, ma non neutra. Possiamo dire che adesso siamo politicamente più esposti. E non certo perché un suo dirigente è stato eletto con la Lega e adesso è sottosegretario al Lavoro.
Ma il rapporto tra voi e i due partiti della maggioranza è stabile?
Sicuramente con la componente governativa che fa capo alla Lega di Matteo Salvini.
Come è nato questo rapporto?
Lui ci ha chiesto di scrivere la parte del suo programma elettorale sui temi della riforma del lavoro.
E voi l’avete fatto?
Sì ed è nato un rapporto forte. Poi è venuto al nostro congresso a febbraio ed è stato molto applaudito. Ma non era il solo ospite. C’era Maurizio Gasparri per Forza Italia, Simone Di Stefano per Casapound.
Ma adesso che avete questo legame, certamente forte, non vi sentite meno liberi?
Assolutamente no. Non abbiamo mai forzato nessuno, le scelte di ognuno restano libere.
Ma non avete problemi per le decisioni di politica sindacale?
Su queste, come sempre in passato, non faremo sconti a nessuno, valuteremo tutte le iniziative sotto la lente del mandato che abbiamo ricevuto dai nostri iscritti, con la certezza che questo dialogo può portare a interventi legislativi più equi e più giusti.
E con i 5Stelle?
Sono un elemento di novità in questa strana alchimia che li vede al governo con la Lega. Ci riserviamo di valutare le loro iniziative. Di certo siamo favorevoli a interventi non assistenziali.
Adesso siete vicini alla Lega. Ma tradizionalmente avete sempre avuto rapporti con tutto il Centrodestra. E’ cambiato qualcosa?
Noi proveniamo dal Centrodestra e a tutti questi partiti abbiamo offerto in vista delle elezioni una serie di spunti e riflessioni a tutela di chi lavora, ha lavorato o vorrebbe lavorare. La Lega ha accolto le nostre indicazioni in modo più ampio, più convincente.
Merito di Matteo Salvini?
Sì, il suo pragmatismo e la sua correttezza, che gli fanno sicuramente onore, ci hanno colpiti. Noi non abbiamo chiesto nulla, c’è stata una sintonia forte e questo ci ha avvicinati.
E il rapporto con i Fratelli d’Italia? Sembrava molto forte. Non vi siete più trovati?
Ci siamo trovati e continuiamo a trovarci. Alcuni dirigenti della Ugl si sono presentati nelle loro liste e uno è stato eletto senatore. Però noi siamo più pragmatici. E’ più semplice dialogare con chi vuole dialogare che con chi pensa ad altre cose.
Giorgia Meloni pensa ad altre cose?
E’ una grande leader di partito, un’amica personale, ma questo non comporta scelte comuni.
Ma adesso siete il sindacato della Lega?
Assolutamente no, ma approviamo tante loro scelte.
Questo vi ha creato dei problemi con gli altri sindacati?
Non più di quelli che già avevamo. Cgil, Cisl e Uil sono sempre stati appiattiti sull’esperienza del Centrosinistra, da Renzi a Gentiloni. Abbiamo rapporti di reciproco rispetto, ma senza coinvolgimenti, che possono esserci solo in qualche isolato caso nei territori. Ci troviamo ai tavoli di trattativa, dove peraltro noi portiamo le nostre piattaforme, loro la loro, senza mai commistioni.
A suo avviso questa maggioranza reggerà nel tempo? Durerà davvero tutta la legislatura?
E’ già una specie di miracolo che sia nata. La verifica verrà già con la legge finanziaria: lì si vedrà se le istanze dei due partiti riusciranno a stare assieme e a convivere anche con le idee del ministro dell’Economia. Per ora il governo sta lavorando sulle cose che uniscono, non su quelle che dividono, che però sono tante e complesse. Le preoccupazioni ci sono, inutile nasconderle.
Massimo Mascini