In nome del popolo, come nel nome di Dio, possono essere compiute le peggiori nefandezze. Un grande alibi che viene ostentato per giustificare a priori le proprie azioni. Una roboante menzogna da sventolare come la più nobile delle bandiere. Una parola vuota con la quale si sono sempre riempiti la bocca demagoghi, dittatori e aspiranti tali. Un concetto generico per mascherare le velleità di potere.
“Prima di tutto il popolo non fu mai definito. E’ un’entità meramente astratta, come entità politica. Non si sa dove egli cominci esattamente, né dove finisca. L’aggettivo di sovrano applicato al popolo è una tragica burla”. Così scriveva Benito Mussolini, uno che se ne intendeva. Era il Duce, mobilitava le masse, le guidava, giurava di agire per il loro bene, ma sapeva che si trattava di una colossale finzione, una commedia finita, appunto, in tragedia. “Vi immaginate voi una guerra proclamata per referendum?”, chiedeva sprezzante.
Prima il balcone di piazza Venezia, ora quello di palazzo Chigi. Il popolo va evocato e ingannato nello stesso tempo. E la via maestra è fargli credere che si trami alle sue spalle. E’ la teoria del complotto. Dai protocolli dei savi di Sion al mostro demo-pluto-giudaico-massonico. Fantasmi che sembravano scacciati per sempre e che invece ora vengono richiamati in vita dai sedicenti populisti. Basta navigare nel mare oscuro di Internet per trovare espressioni come “infestazione sionistica criminale nella finanza internazionale” o “controllo sionista, sempre su scala internazionale, del mondo dei media”. Sì, ci risiamo. Questa volta il bersaglio è il cosiddetto partito di Davos, la località svizzera sede del Forum economico mondiale. Gli gnomi cattivi che vogliono solo accumulare ricchezze. E che sono anche gli ideologi e i mandanti dell’immigrazione clandestina. Dal piano del conte Richard Nikolaus di Coudenhove-Kalergi all’attivismo di George Soros.
Balle colossali, però funzionali a chi ha dichiarato guerra agli organismi sopranazionali e all’Europa Unita. Gridano al complotto proprio quelli che complottano. Alle spalle del popolo, inteso come comunità di cittadini. Vanno smascherati, i sovranisti. Anche con l’arma dell’ironia, merce sempre più rara. Negli anni cinquanta, per prendere in giro le fobie dei comunisti sui presunti tentativi autoritari, fu coniato l’acronimo Fodria, forze oscure della reazione in agguato. Una satirica riedizione del fascistico “attento, il nemico ti ascolta”. Torna tutto d’attualità.
Marco Cianca