Che cosa ci si aspetta dalla relazione che ogni anno il presidente di Confindustria presenta in occasione dell’assemblea? Essenzialmente di sentirsi raccontare nella maniera più esatta possibile in che situazione economica, politica, etica, viviamo e, subito dopo, come sia possibile rimediare ai danni che sono stati inferti alla nostra economia, alla situazione delle imprese e così via. Forse non è proprio quello che Vincenzo Boccia ha fatto oggi all’assemblea annuale dell’associazione degli industriali.
Boccia ha invece descritto un sogno e ha invitato tutti a pensare come sarebbe bello se questo sogno si avverasse. An italian dream. Cosa dire, è stato bello correre con la fantasia con il presidente degli industriali, vedere un paese coeso, unito nello sforzo di superare i problemi, pieno di senso di responsabilità, conscio dell’impegno richiesto, ma convinto di poter arrivare facilmente al traguardo. Mettendoci impegno e sacrificio, certo, ma un’azione doverosa, perché è giusto impegnarsi e sacrificarsi, basta avere il coraggio e proprio coraggio ha chiesto a tutti Boccia.
Peccato che, come del resto il presidente di Confindustria ha detto subito, si tratta di un sogno. La realtà, purtroppo, è molto diversa, e fa paura. L’economia è al tracollo, la settimana prossima potremmo trovarci di fronte a una procedura d’infrazione. La politica è allo sbando, con un governo formato da due partiti che coprono l’intero arco delle possibili parti, sono maggioranza e opposizione assieme. Due partiti che litigano come non abbiamo mai visto, e che pure lunedì prossimo, il giorno dopo le elezioni europee, dopo una campagna elettorale portata avanti a suon di sberle, potrebbero pure riprendere un cammino assieme. Matteo Salvini ieri diceva che il governo resterà in piedi altri quattro anni, fino alla fine della legislatura. Lo stesso Matteo Salvini che in privato dice, o almeno dicono che dice che no, il governo è arrivato al capolinea e si tratta solo di trovare il pretesto per farlo cadere lasciando il cerino acceso nelle mani di qualcun altro. Per non dire della situazione morale. Quegli stessi partiti che hanno chiesto il voto, e il potere, per spazzare i corrotti esprimono persone che i carabinieri si portano via ammanettati.
Di tutto questo Boccia non ha parlato. Lo ha fatto, per qualcosa, di sfuggita. È comprensibile, era la sua ultima relazione da presidente all’assemblea della sua confederazione e voleva lasciare un messaggio alto, indicare la via giusta, quella che si dovrebbe seguire per risanare il paese. Ammesso che sia possibile risanarlo. Boccia si è un po’ sbilanciato, ha detto anche che, sì, ce la possiamo fare. Ha anche indicato alcuni obiettivi imprescindibili, forse un po’ generici, ma non ha detto come sia possibile raggiungere quegli obiettivi. Ha detto che bisogna ridurre il costo del lavoro e le tasse per i lavoratori, che serve un vero contrasto all’evasione, che sarebbe bello avere un piano shock per le grandi infrastrutture (ma anche per le piccole opere). Ma non ha detto come sia possibile avere questi risultati. Forse qualche indicazione di percorso era utile. Ha detto, questo sì, che la prossima manovra finanziaria sarà difficilissima e per questo ha chiesto “responsabilità e ragionevolezza”, per collaborare tutti assieme. Forse un po’ poco.
E forse non avrebbe guastato un po’ di autocritica. Nessuno chiede l’impossibile o che uno bastoni solo i suoi. Ma quando il presidente di Confindustria ha notato che c’è stato un forte calo degli investimenti, ha detto che ciò è avvenuto per colpa della crisi: ed è vero, questa ha pestato, ma Boccia non ha detto che gli imprenditori, i suoi imprenditori avevano sbagliato e non ha invitato questi stessi adesso a rimboccarsi le maniche e soprattutto ad aprire il portafogli per riprendere gli investimenti.
Massimo Mascini