Il governo propone la riduzione da 10 a 5% della tassa che dovrebbero pagare i lavoratori sulle mance. Non è conosciuta una norma del Contratto nazionale che all’Art. 140 recita come segue: “Le mance sono vietate. Il dipendente che comunque la sollecita potrà essere punito dal datore di lavoro con provvedimenti disciplinari ai sensi dell’Art. 138.”
Si può anche notare che l’Italia non ha ratificato tutte le convenzioni ILO e fra queste neppure la “C172 – Convenzione sulle condizioni di lavoro negli alberghi e nei ristoranti, 1991” che regolamenta le mance agli articoli 6 e 7 come segue:
“ Articolo 6
- Il termine “mancia” significa l’ammontare che il cliente dà volontariamente al lavoratore in più dell’ammontare da pagare per i servizi ricevuti.
- Indipendentemente dalle mance, i lavoratori interessati devono ricevere una remunerazione di base versata ad intervalli regolari.
Articolo 7
Laddove questa prassi esista, va vietata la compravendita dei posti di lavoro negli stabilimenti di cui all’articolo 1.”
E’ singolare che dopo oltre trenta anni lo Stato italiano non abbia proceduto a recepire la Convenzione.
Fin qui la parte comica.
La novella sostanziale è che il governo intende reintrodurre il lavoro pagato con voucher. Il costo per il datore di lavoro 10 euro per un’ora di lavoro dei quali 7,50 in tasca al lavoratore esentasse, Il 7% all’Inail, 13% all’Inps nella gestione separata per le pensioni e il resto sempre all’Inps per le spese di gestione.
Si finge di non sapere che il Contratto nazionale del turismo prevede la possibilità di assumere lavoratori per uno, due o tre giorni a seconda di esigenze particolari (tipico un banchetto, un congresso o altro) pagando con una retribuzione oraria onnicomprensiva (cioè comprendente i ratei di ferie, tredicesima, quattordicesima, ecc). Si chiama “lavoro extra o di surroga”. Le tariffe sono le seguenti:
- 4° livello euro 14,88
- 5° livello euro 14,16
- 6s livello euro 13,56
- 6° livello euro 13,39
- 7° livello euro 12,53
Il 4° livello corrisponde al cameriere di sala. La remunerazione minima corrisponde ad una prestazione di quattro ore.
Gli oneri sociali si pagano come segue: per l’Inps il 23,81% a carico del datore di lavoro e il 9,19% a carico del lavoratore. L’impresa paga anche il premio assicurativo all’Inail. Il costo per il datore di lavoro sarà 18 euro e mezzo; mentre il lavoratore incasserà 13 e mezzo sui quali pagherà Irpef se non e dentro la “no tax area”.
Il voucher non risponde ad esigenze di flessibilità risolte già da oltre 50 anni dai Contratti e pure da direttive ministeriali applicative, ma risponde a richieste padronali di pagare meno e sfuggire meglio alle regole.
Aldo Amoretti