Una grande intesa per la crescita. E’ questa la proposta uscita dal cappello di Emma Marcegaglia all’assemblea di Confindustria. Un nuovo patto sociale, stretto tra le forze del lavoro e della produzione, anzi tra le forze del lavoro tout court, come lei stessa ha tenuto a dire, che faccia tornare il nostro paese a livelli di stabilità che adesso ci sembrano lontanissimi. Un invito senza infingimenti che ha rivolto a tutte le forze sociali, prima tra tutte, anche se non l’ha mai nominata, alla Cgil di Guglielmo Epifani.
La mano tesa riguarda direttamente la sfera contrattuale. E’ qui che a suo avviso è possibile cogliere risultati immediati. Ed è la diretta conseguenza di una stagione di rinnovi dei grandi contratti nazionali svolta all’insegna dell’unità. Come abbiamo rinnovato tutti i grandi contratti, sempre fatto salvo quello dei metalmeccanici, eccezione politica di cui si può non tener conto, allo stesso modo, questo il ragionamento della presidente di Confindustria, possiamo adesso fare la stessa cosa per i contratti d’azienda, il terreno ideale, perché è lì che si può incidere sulla competitività, è lì che è possibile operare per accrescere la produttività e creare così le basi per la crescita.
L’obiettivo è preciso. Possiamo, ha detto la Marcegaglia, tornare ad aumenti del pil del 2% l’anno. Che non sarebbe poi la soluzione per tutti i mali, perché gli Stati Uniti cresceranno nei prossimi anni del 3% l’anno, i paesi asiatici molto di più, ma sarebbe sempre meglio dello stentato +1% che assegnano tutte le previsioni all’Europa, tanto più a noi.
Un grande accordo da raggiungere prima dell’estate. Che non sarebbe naturalmente ristretto alla sola materia contrattuale, ma che da lì potrebbe partire per traguardi più ambiziosi. I confini che la presidente degli industriali ha indicato sono ampi, tali da affascinare tutti. E non è un caso se i giudizi di Guglielmo Epifani sulla relazione della Marcegaglia siano stati attenti e tutto compreso positivi, nonostante il plauso degli industriali a una manovra che la Cgil critica e ritiene pericolosa al punto da aver già deciso uno sciopero generale contro di essa.
Ma davvero questa offerta della Marcegaglia potrebbe essere l’occasione che Epifani stava aspettando per rientrare nel gioco da protagonista, come ha chiaramente espresso al congresso di Rimini. E un accordo a breve, prima dell’estate, consentirebbe al segretario generale della Cgil, dopo tanti anni di attese e tentennamenti, di compiere un passo decisivo verso lo sviluppo del paese proprio alla vigilia della fine del suo mandato in confederazione. Lasciare la Cgil dopo un grande accordo come quello prospettato sarebbe il modo migliore per coronare una carriera come quella fatta da Guglielmo Epifani.
Massimo Mascini