I sindacati dei pensionati, si legge in un ‘inserzione pubblicata su tutti i più grandi quotidiani nazionali, dicono basta con i tagli alle pensioni perché i pensionati hanno già contribuito pesantemente al risanamento dei conti pubblici del paese attraverso il blocco della rivalutazione previdenziale. Chiedono il diritto alla salute per tutti, il taglio degli sprechi e delle inefficienze nella sanità e una legge nazionale sulla non autosufficienza. Chiedono più lavoro per i giovani e una società più giusta e solidale, nella quale chi ha di più contribuisca di più per superare questa grave crisi.
I sindacati, promulgando questa iniziativa, hanno voluto fare un ragionamento unitario, sulla scarsa attenzione verso gli anziani e i pensionati, poiché troppo spesso il dibattito si concentra giustamente sui giovani e troppo spesso queste due categorie sono messe in contrapposizione. I sindacati si dicono preoccupati per i redditi delle pensioni che arrivano a raggiungere anche la soglia di povertà, riuscendo in molti casi ad aiutare economicamente più nuclei familiari. Con questo comunicato si vuole denunciare l’attenzione malevole che si rivolge ai pensionati, considerati una platea dalla quale prendere i soldi e il grave problema del sistema previdenziale in Italia.
Negli ultimi due anni, infatti, sono stai sottratti, “12 miliardi di euro attraverso il blocco della rivalutazione previnziale”, e quest’anno c’è stata una modifica ulteriormente penalizzante e non completa per tutte le pensioni. Poi c’è una grande sottovalutazione del problema dei non autosufficienti: non è stata compreso, infatti, che quasi ogni famiglia vive questa condizione, ed ha ripercussioni inevitabili sul lavoro e sulla vita quotidiana. “Insomma, dicono, manca una legge nazionale che chiediamo da tempo”. Senza una legge nazionale le regioni legiferano, ma questo produce disparità tra le regioni. Certo, il fondo a cui attingere per alleggerire la situazione economica degli anziani esiste, però è slegato dalla legge. Ancora, i rappresentanti dei sindacati affermano che è assolutamente necessaria una riduzione della tassazione sulle pensioni, che sono le più tassate d’Europa. Quindi questa iniziativa vuole portare all’attenzione del nuovo governo queste richieste e soprattutto quella di non essere più considerati come un bacino di risorse. “Non può essere tutto a carico dei pensionati, affermano, “questa penalizzazione è indecente e deriva da un ragionamento demagogico, che non analizza nel merito i problemi. Spesso si osa nel dibattito politico una contrapposizione tra i giovani precari e i pensionati colpevoli della loro pensione, quasi non fosse frutto di anni di lavoro sacrifici e contributi”. Ragionamento sbagliato sotto tutti gli aspetti poiché gli anziani fanno una supplenza dello stato sociale, che lo stato appunto non garantisce.
“Leggendo le prime dichiarazioni di alcuni neo ministri ci viene purtroppo il dubbio che cambiando l’ordine dei fattori il prodotto non cambi”, dichiara il segretario generale della Uil Pensionati, Romano Bellissima. “Tutti i governi degli ultimi anni infatti, prosegue Bellissima, hanno prelevato dalle pensioni e dal sistema previdenziale per finanziare la crisi. La neoministra dell’Istruzione Stefania Giannini (secondo quanto ha dichiarato ieri in una intervista) sembra suggerire un’idea “migliore”: utilizzare i soldi delle pensioni per finanziare la scuola e l’istruzione. Qual è la correlazione tra le pensioni, prosegue il sindacalista, pagate con i contributi di lavoratori e imprese e oggi ampiamente inadeguate per milioni di anziani italiani, e la spesa per la scuola e l’istruzione, oggi altrettanto inadeguata? Si tratta di una correlazione che non ha ragione di essere e che crea grande preoccupazione a noi e a tutti i pensionati italiani. Evidentemente, conclude Bellissima, quello di colpire i pensionati è pensiero unico. Ci auguriamo che il nuovo Presidente del Consiglio Renzi riesca a correggerlo”.