Talvolta sono i piccoli dettagli a indicare il senso delle cose. Il saluto di Cotterelli, l’uomo che gli italiani spendaccioni avrebbero dovuto temere come la pesta, è stato accompagnato dall’inusuale applauso dei giornalisti al Quirinale. Poche frasi e un augurio sincero al governo che di lì’ a poco sarebbe nato. Dall’altro il breve discorso del Prof Conte nel ruolo di esecutore del programma di governo seguito con il trasporto che si riserva a un Amministratore di condominio nel mentre illustra all’assemblea dei condomini quanto concordato coi consiglieri.
Il governo del cambiamento nasce così. Una serie di navigati esponenti di tutte le repubbliche. Il Prof Savona, ex tutto: Ministro, AD, esponente repubblicano e oggi nel ruolo di terrore dei mercati; il sempre ministro Moavero, raffinato conoscitore delle diplomazie europee e la multi-tasking Buongiorno, di cui si ricorda la calorosa telefonata ad Andreotti di cui era difensore. Ci sono poi le new entry il Prof Tria, stimato consigliere di Brunetta e co-autore del programma elettorale di Forza Italia e poi i due diarchi, pari sono: Salvini nel ruolo di sceriffo con la fondina e di Di Maio in quello di novello San Gennaro, protettore delle masse diseredate del sud.
Un mix di vecchia politica, di populismo salvifico, di stucchevole retorica sul grande cambiamento che verrà con la terza repubblica giallo verde e una certezza. Ci vorranno anni prima che gli italiani possano vedere una reale alternativa al governo messo su dai due migliori perdenti delle elezioni del 4 Marzo, Salvini e Di Maio. Questo hanno capito i tanti illustri intellettuali che si stanno riposizionando per riempire le caselle che inevitabilmente si libereranno. Non passa giorno che nuovi adepti si aggiungano al coro di quanti, in primis, Il Mass mediologo Freccero, spendono fiumi di parole per illustrare la fine della sinistra e delle vecchie divisioni novecentesche.
I più dignitosi se la cavano impegnandosi nella antica disputa sul sesso degli angeli che oggi suona così: è più di destra o di sinistra il contratto di governo? Gli uni (gli ex di sinistra) potrebbero vederci la difesa dell’ acqua pubblica e il reddito di cittadinanza; gli altri ( gli ex di destra) la flat tax e il diritto a rispedire a casa i malcapitati approdati sulle nostre coste. In questo indistinto c’è la testimonianza del fallimento di quanti hanno amministrato negli ultimi anni l’eredità novecentesca della gloriosa sinistra.
La mitizzazione del mercato, la possibilità delle imprese di assumere e licenziare, la privatizzazione della sanità e della scuola attraverso la leva del de-finanziamento, l’abbandono dei principi di morigeratezza dei costumi e degli stili di vita che erano la cifra dei vecchi comunisti sono stati il mix che hanno consentito l’emergere di un nuovo discorso declinato al nord dalla lega e al sud dai grillini. Ci vorranno dunque anni prima che gli italiani si accorgano che un nuovo bluff è stato propinato loro e allora la delusione sarà ancora più forte perché le promesse sono state superiori ad ogni pur minima possibilità di realizzo.
Il nuovo governo non potrà fare nulla di quanto ha promesso, perché l’unica arma per realizzare i suoi faraonici progetti (abolizione della Fornero, abbattimento delle aliquote fiscali, reddito di cittadinanza per un costo complessivo che supera i 120 miliardi di euro) era solo ed esclusivamente l’uscita dall’euro e la possibilità di trasformare la nostra Banca Centrale in un gigantesca zecca di nuove lire. L’arma segreta del dott Stranamore è stata disinnescata dal Presidente Matterella che probabilmente non ha agito con la massima astuzia, ma di certo ha costretto i due meglio piazzati a uscire allo scoperto dichiarando la loro fedeltà all’euro prima che alla nazione.
Il tempo è galantuomo e non servirà molto a vedere se quella che si inaugura oggi è una terza repubblica o una malconcia riedizione della prima
Roberto Polillo