Per l’Ilva “occorre un urgente modello organizzativo di prevenzione dei reati”. Ecco la lettera con cui il garante, Vitaliano Esposito, chiede al governo di procedere con una soluzione diversa da quelle finora prospettate: un commissariamento a tempo e limitato a mettere in pratica l’Aia (Autorizzazione integrata ambientale).
L’ex pg della Cassazione, chiamato dalla legge a sorvegliare l’attuazione delle norme ambientali ieri ha messo nero su bianco l’allarme già lanciato sulle pagine del Corriere sulla situazione “delicatissima” dell’impianto siderurgico di Taranto. “L’aspetto di maggiore criticità – ha scritto – consiste nella constatazione delle gravi conseguenze che la posizione assunta dai dirigenti e dai quadri può comportare sulla produttività dell’azienda e sulla sua stessa potenzialità a commettere reati”. Una “situazione di insicurezza giuridica”, avverte, che si traduce una “inidoneità” a prevenire i reati. Una situazione “che appare tanto più grave – si legge ancora nel documento – perché si tratta di uno stabilimento di interesse strategico nazionale. Uno stabilimento in cui il Consiglio di amministrazione è dimissionario”. Appare dunque “indispensabile”, conclude il garante una forma di commissariamento “a condizione che sia rigorosamente temporaneo e limitato all’attuazione dell’Aia”.
Il governo si è dimostrato disponibile a valutare la proposta del garante. Lunedì intanto sono attesi i risultati dell’Ispra che fotografano la situazione completa, e “quindi spetterà a noi decidere”, anticipa il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Filippo Patroni Griffi. “Attualmente le ipotesi sono ancora tutte aperte, ivi comprese quelle del commissariamento. Stiamo studiando la soluzione migliore per contemperare continuità aziendale e risanamento. Ma sono fiducioso che ci riusciremo prima del 5 giugno”, giorno in cui, al cda dell’Ilva si discuteranno le dimissioni dei vertici.