L`economia italiana ha registrato sei trimestri di crescita superiore alle aspettative; le prospettive adesso risultano meno favorevoli in ragione del marcato rallentamento dell`economia globale e di quella europea, principalmente legato all`aumento dei prezzi dell`energia, all`inflazione e alla situazione geopolitica”. E’ quanto si apprende da fonti di Palazzo Chigi, dopo il via libera del Cdm alla Nota di aggiornamento al Def.
Def. Secondo quanto si apprende da fonti di governo, la crescita del Pil per il 2023 è stata rivista al ribasso allo 0,6%. Mentre per il 2022 il Pil un +3,3% rispetto alle previsioni del 3,1%. Il rapporto debito/Pil è previsto in netto calo quest`anno, al 145,4% dal 150,3% del 2021, con un ulteriore sentiero di discesa negli anni a seguire fino ad arrivare al 139,3% nel 2025.
Inoltre “per effetto del positivo andamento delle entrate e della moderazione della spesa primaria sin qui registrati quest`anno, si prevede che l`indebitamento netto (deficit) tendenziale scenda dal 7,2% del 2021 al 5,1%, un livello inferiore all`obiettivo programmatico definito nel DEF, pari al 5,6%”.
Nel 2023, a causa dell`indebolimento del ciclo internazionale ed europeo, la crescita tendenziale prevista scende allo 0,6% rispetto al 2,4% programmatico del Def di aprile; l`indebitamento netto tendenziale a legislazione vigente viene previsto al 3,4%, inferiore all`obiettivo programmatico del 3,9%.
“Queste previsioni – viene precisato – sono improntate, come per i precedenti documenti di programmazione, a un approccio prudenziale e non tengono conto dell`azione di politica economica che potrà essere realizzata con la prossima legge di bilancio e con altre misure”.
tn