I bimbi giocano sulla spiaggia. Castelli di sabbia, corsette lungo la battigia, schizzi d’ acqua, spintarelle, bagni gioiosi. I più grandicelli si contendono un pallone. Due femminucce, sedute, guardano il mare e ridono felici facendosi lambire dalle onde. Un maschietto, vicino a loro, riempie, usando le mani come palette, un capiente camion giocattolo. Immagini senza tempo. Solo qualche mascherina qua e là, simbolo di prudenza all’ombra degli ombrelloni troppo vicini, ricorda che questa è la seconda estate dell’era Covid. Lo scorso anno l’atmosfera fu di frenetica liberazione dopo l’incubo del lockdown, poi, in autunno, tornò il mostro, come un punitivo flagello. Stavolta sembra esserci più consapevolezza che non è ancora finita. Settembre resta un’incognita.
Intanto, però, c’è voglia di svago. Pensare ad altro, sgombrare la mente, cancellare il fantasma del Coronavirus. I vaccini danno quella sicurezza che fino a ieri appariva un miraggio. Possiamo farcela, il green pass è davvero un semaforo verde che indica la dritta via. I contestatori, stupidi e irresponsabili, urlano, protestano, invadono le piazze. Ma si capisce che rappresentano una minoranza sempre più circoscritta, lambita da eversive frange violente. In questa situazione, il concetto di maggioranza silenziosa assume un nuovo e confortante significato. Il giovane che a Lodi ha infranto il pudore della sofferenza, ricordando davanti a beceri negazionisti la morte del padre medico, incarna questa radicata coscienza.
Mario Draghi sovraintende. Salvatore della patria o enigmatico tecnocrate? Al culto della personalità si contrappone il dileggio. Opposti estremismi, in un vuoto della politica che non offre, al momento, alternative credibili. Fare affidamento su di lui è una necessità. Se sette italiani su dieci affermano di apprezzarlo, vorrà pur dire qualcosa, come rimarca Gianfranco Pasquino, non certo accusabile di piaggeria.
Le grandi preoccupazioni sono il lavoro e i soldi. Ma, piano piano, i segni di ripresa sembrano arrivare. Il nostro Pil, secondo il Fondo monetario, dovrebbe aumentare più di quello tedesco. Cresce la fiducia dei consumatori e quella delle imprese ha raggiunto il livello massimo dal 2005, quando fu introdotto questo tipo di rilevazione.
E, allora, mare o montagna? I dialoghi sulle vacanze scacciano, almeno per un po’, le paure della pandemia. Ci si scambiano informazioni riguardo alle mete prescelte e auguri di buon viaggio. Con in tasca il certificato di immunizzazione. Un composto e speranzoso clima collettivo che sbugiarda le risse televisive. Il paese reale, a parte odiatori seriali e arruffapopoli, si dimostra più maturo di quello mediatico. E la gentilezza sconfigge il livore.
“Cortesia, cortesia, cortesia chiamo”, invocava Folgòre da San Gimignano. Scrisse eleganti composizioni, tra le quali spiccano i sonetti ispirati ad ognuno dei dodici mesi. Nell’ottavo del calendario, ecco l’auspicio per un’allegra brigata di donzelle e di cavalieri: “D’agosto si vi do trenta castella/ in una valle d’alpe montanina/ che non vi possa vento di marina/ per istar sani e chiari come stella/ e palafreni da montare in sella/ e cavalcar la sera e la mattina/ e l’una terra l’altra sia vicina/ che un miglio sia la vostra giornatella/ tornando tuttavia verso casa/ e per la valle corra una fiumana/ che vada notte e dì traente e rasa/ e star nel fresco tutta meriggiana /la vostra borsa sempre a bocca pasa/ per la miglior vivanda di Toscana”.
Cenne della Chitarra, giullare aretino e suo contemporaneo, lo parodiò opponendo noie e fastidi a piaceri e divertimenti. Una speculare enueg, lamentazione, contrapposta ad ogni plazer, godimento. Echi tardo provenzali. E così, sotto il solleone, il corso d’acqua è puzzolente, i cavalli magri e riottosi, il ritorno lento e faticoso, tutti talmente stanchi da non riuscire a togliersi le vesti. La borsa di ciascuno è vuota, “stretta e vana”. A letto, affamati “come lupi”.
Francesco Guccini, in una canzone, ha reso omaggio ad entrambi i rimatori con un ideale brindisi. “Non si lavora Agosto, nelle stanche/tue lunghe oziose ore/mai come adesso è bello inebriarsi/di vino e di calore”.
Che il sorriso sia con voi.
Marco Cianca