“Il futuro del nostro Paese ha bisogno di rafforzare ed estendere i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori e le regole della democrazia, anche con una legge adeguata sulla misurazione della rappresentanza. Diciannove anni dopo la sua tragica scomparsa, anche per questo è importante ricordare il giuslavorista Marco Biagi, ucciso a Bologna la sera del 19 marzo 2002 dalle nuove Brigate rosse”. È quanto si legge in una nota della Cgil nazionale.
“Biagi – prosegue la nota – è stato un uomo che non si è mai sottratto al confronto e al dialogo, anche con chi la pensava diversamente. Come Cgil continueremo a essere il nemico più acerrimo di ogni forma di illegalità, di violenza e di terrorismo, senza se e senza ma”.
“Siamo, infatti, convinti – conclude il sindacato di Corso d’Italia – che la violenza delegittimi sempre le ragioni delle proteste civili e democratiche, come quella per i diritti dei lavoratori”.
“Il pensiero riformista di Marco Biagi, le sue proposte innovative restano un punto di riferimento costante per la Cisl e per tutto il mondo del lavoro. Biagi era uno studioso di grande spessore, un sostenitore convinto del dialogo sociale”. Lo dice il leader della Cisl, Luigi Sbarra.
“Già 20 anni fa aveva colto le trasformazioni del mondo del lavoro per effetto delle nuove tecnologie – aggiunge – e la necessità di affidare alle relazioni industriali un ruolo propulsivo e generativo per il tessuto sociale e produttivo del Paese”.
“Marco Biagi è stato un martire del pensiero riformista.” Lo ha detto il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri. “Fu un grande giuslavorista, un uomo del dialogo e del confronto, valori che la Uil pone alla base delle relazioni sindacali, come strumenti per affrontare e risolvere i problemi sociali ed economici. Nel rinnovare la condanna di quel vile assassinio, la Uil onora la memoria di Biagi e lo ricorda per la sua testimonianza coerente di attenzione e dedizione al mondo del lavoro.”
TN