“Se c’è qualcuno che sta insistendo, e non da oggi, che la fiscalità va diminuita sia sulla busta paga dei lavoratori che sulle imprese questi siamo noi. E siamo ormai rimasti afoni nel ripetere continuamente che se c’è un tema grave nel nostro Paese è l’eccessivo costo del lavoro in ragione dell’enorme pressione fiscale”. Lo ha detto il direttore generale di Confcommercio, Francesco Rivolta, nel dibattito sulla riforma del mercato del lavoro.
“Se oggi – dice – poniamo il tema della disdetta di un contratto di lavoro che, peraltro, la Cgil non ha firmato, è perché il mondo del commercio, del turismo e dei servizi, insomma di tutto il terziario di mercato, è arrivato ad un livello di insopportabilità tale da aver costretto alla chiusura molte imprese. Si pensi che negli ultimi tre anni hanno abbassato la saracinesca oltre 190mila esercizi al dettaglio”. “Anche Confindustria – prosegue – finalmente afferma che non bisogna burocratizzare e ingessare la flessibilità in entrata, né tanto meno aumentare i costi del contratto a tempo determinato, principio che andiamo ripetendo dal primo incontro con il Governo. Il tempo determinato è, infatti, uno strumento regolato dai contratti collettivi”. “Ormai da oltre dieci anni in Italia questo tipo di contratto – continua il dg di Confcommercio – si attesta tra il 12 e il 13% dell’occupazione ed è al di sotto della media europea pari al 14%. Solo da noi questo diventa un problema in sè, mentre invece bisognerebbe guardare solo verso chi ne abusa. E anche sugli ammortizzatori abbiamo detto che bisogna avere più attenzione perché il costo del lavoro non può aumentare, soprattutto a fronte di una crisi di cui non si vede la fine”.
“Confcommercio – conclude Rivolta – insieme alle altre associazioni di Rete Imprese Italia, ha fatto presente al Ministro Fornero quali sono gli aspetti su cui bisogna intervenire e ha avanzato delle proposte. Confidiamo ora che ci vengano date risposte. Noi siamo pronti a confrontarci fino alla fine, convinti che il rilancio del Paese passi soprattutto attraverso il rilancio dell’economia e della crescita, e così dell’occupazione”. (LF)
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