I sindacati del mondo bancario chiedono in modo unitario al governo una convocazione immediata per discutere del Fondosolidarietà. Il Governo, per i sindacati, non può eludere la responsabilità di decidere il riconoscimento per i lavoratori destinatari delle prestazioni straordinarie del Fondo di Solidarietà, in virtù di accordi sottoscritti entro il 31-10-2010, del diritto di accesso alla pensione con i criteri previgenti alle norme sulle “finestre mobili” introdotte con la legge 122/2010. Non va, inoltre, sottaciuto, dicono, “l’effetto oneroso della modifica del regime di tassazione originario dell’assegno di sostegno al reddito (11,50% per gli over 55 se uomini, 50 se donne ), che è stato raddoppiato (23% per tutti)”. Fisac Cigil, Fiba Cisl, Uilcom e Ugl Credito ricordano che il Fondo di Solidarietà “è l’ammortizzatore che, dal 2000, ha accompagnato alla pensione oltre 40.000 lavoratori consentendo al sistema bancario italiano un riassetto competitivo, dimensionale e societario, in condizioni di equilibrio e di coesione sociale”. I sindacati hanno detto alla delegazione ABI, il 19 novembre, durante l’incontro che ha condotto all’interruzione delle trattative, la sua disponibilità a valutare una equilibrata revisione del Fondo di Solidarietà. Ma i sindacati si oppongono alla minacciata intenzione dell’Abi di richiedere l’abrogazione del decreto istitutivo del Fondo di Solidarietà in assenza di soluzioni coincidenti con le sue richieste. (LF)