Calano i posti di lavoro (meno 500 mila), aumentano lavoro nero (piu’ 25%) e cassa integrazione, che vola a quasi un miliardo e duecentomila ore. Aumenta anche la spesa previdenziale ( toccando quota 266 miliardi, il 2,1 per cento in piu’ rispetto all’anno scorso), ma non l’importo delle pensioni, che nella media restano inchiodate a 1.297 euro, un passo dalla soglia di poverta’ (1011 euro, secondo il dato Istat). Soglia su cui si attestano peraltro le pensioni femminili: le donne (in tutto 8,5 milioni), ricevono infatti in media solo 1.081 euro medi lordi mensili, a fronte di 1.547 euro per gli uomini. Inoltre, ben 7 milioni di pensionati (un terzo del totale) percepiscono un assegno inferiore ai mille euro.
Il rapporto annuale dell’Inps fotografa cosi’ l’Italia dei poveri, basandosi su dati relativi al 2013; sara’ interessante, il prossimo anno, verificare se i numeri del 2014 mostreranno tracce della tanto sospirata ‘’ripresa’’, o se, piuttosto, confermeranno che il peggio doveva ancora arrivare.
Piu’ nel dettaglio, il rapporto annuale dell’Inps sottolinea che dalla ripartizione dei redditi pensionistici per classe di importo emerge che il 43% dei soggetti (pari a 6,8 milioni) assorbe circa il 20% della spesa annua complessiva ricevendo una o più prestazioni d’importo medio mensile inferiore a 1.000 euro lordi. Tra questi, il 13,4% pari a 2,1 milioni si situa al di sotto di 500 euro.
La quota di chi ottiene pensioni comprese tra 1.000 e 1.500 euro è del 26% circa (4,1 milioni) per il 25% di spesa annua (66,2 miliardi), mentre un ulteriore 15% di beneficiari (circa 2,4 milioni di persone) percepisce redditi compresi tra 1.500 e 2.000 euro mensili, pari al 20% della spesa (53,2 miliardi).
Al di sopra dei 2.000 euro lordi si colloca il restante 16% circa dei titolari (poco meno di 2,5 milioni) cui va il 35,4% della spesa lorda complessiva per un totale di 93,8 miliardi di euro. Tra questi, 676.406 soggetti pari al 4,3% del totale dei pensionati Inps, riscuotono pensioni di importo medio mensile superiore a 3.000 euro lordi assorbendo il 14,4% della spesa pari a 38,2 miliardi.
Le donne, pur rappresentando il 54% del totale dei beneficiari (8,5 milioni), ricevono una quota di reddito pensionistico pari al 45% a causa del minor importo dei trattamenti percepiti: 1.081 euro medi lordi mensili a fronte di 1.547 euro per gli uomini.