Al di là del carattere, che ognuno è peggio dell’altro. Al di là del bisogno di comandare, che ognuno vuole essere il Capo. A di là di tutte le differenze politiche, psicologiche (anzi, psicoanalitiche), al di là delle ambizioni di ognuno dei due, al di là di tutto, il problema vero tra Renzi e Calenda, quello che ha portato a una rottura che ormai sembra (sembra) definitiva, è strettamente elettorale. Visto che Silvio Berlusconi non sta tanto bene e che Forza Italia è destinata a sfaldarsi nel giro di pochi mesi, chi riuscirà ad accaparrarsi le spoglie di quello che fu il primo partito italiano, arrivando a superare il 30 per cento negli anni Novanta?
Ovviamente nessuno ha il coraggio di dichiarare una cosa del genere, suonerebbe non solo cinica ma anche e soprattutto di pessimo gusto, sarebbe come dire: “aspettiamo che Berlusconi muoia così noi diventiamo suoi eredi”. Non lo dicono ma lo pensano, ma sanno che insieme non riuscirebbero a raggiungere l’obiettivo. Ognuno deve giocarsi la sua partita, cercando di prendersi più parlamentari possibili da Forza Italia e magari più elettori possibile. Ognuno dei due deve diventare la calamita in grado di essere il nuovo centro.
Pia illusione, senza Berlusconi, con le sue aziende, i suoi soldi, il suo carisma, quasi nessuno dei suoi fedeli si butterebbe nelle braccia di Renzi o Calenda, rischiando tra l’altro di non essere neanche eletti in Parlamento visti i bassissimi sondaggi che certificano un sostanziale fallimento dei due partiti che avrebbero dovuto fondersi in un’unica forza politica. Meglio guardare altrove, meglio rinunciare a essere centristi, meglio diventare il pezzo più moderato di Meloni o Salvini. Intanto perché resterebbero al governo, che non è poco, e poi perché la vera natura dei forzaitalioti è sostanzialmente di destra. E infine perché entrando in Fratelli d’Italia o nella Lega potrebbero giocare un ruolo attivo, essere insomma un pezzo del potere: e il potere, come diceva Andreotti, logora chi non ce l’ha, e Renzi e Calenda il potere non ce l’hanno e né sono in grado di ottenerlo nel prossimo futuro. Dunque, meglio buttarsi ancora più a destra e trattare posti e prebende con i due capi dei partiti di governo. Altrimenti il loro destino sarebbe segnato dall’inutilità politica, visto che sia Renzi che Calenda non sono personaggi che lasciano spazio ad altri, basta vedere che fine hanno fatto Mara Carfagna e Maria Stella Gelmini, passate ad Azione e uscite totalmente dalla partita.
Se fossi un dirigente di Forza Italia mi sarei già adoperato per un posticino in uno dei due partiti di Meloni e Salvini, magari accettando un ruolo secondario all’inizio per poi cercare di avanzare in carriera. Certo, bisogna aspettare che Berlusconi esca definitivamente di scena, non dico che deve morire ma quantomeno abdicare al suo ruolo di leader. Non ci vorrà molto, visti i suoi problemi di salute e soprattutto la sua età. Bisogna avere ancora un po’ di pazienza e nel frattempo lavorare per guadagnarsi un posticino al sole. Cercando di resistere a tutti i costi alle lusinghe di Renzi e Calenda, i quali faranno (già lo stanno facendo) carte false per mettere qualche nuova preda nel loro carnet di caccia. Una caccia che però non porterà grandi frutti, basta vedere come si stanno comportando, come si insultano l’un l’altro, come sono riusciti a distruggere un progetto che loro stessi avevano messo in cantiere.
D’altra parte, sappiamo da anni quanto i due siano inaffidabili, basta ricordarsi i loro trascorsi nel Pd, infatti non pochi nel mondo politico avevano previsto il loro fallimento. Diverso il discorso per quanto riguarda giornali e televisioni, che utilizzano qualsiasi occasione, qualsiasi frase, qualsiasi polemicuccia, qualsiasi dichiarazione per proporci paginate o lunghi servizi televisivi sui due. Nonostante sia evidente che non interessano quasi nessuno le contorsioni di Renzi e Calenda, altrimenti detti i gemelli dell’autogol.
Riccardo Barenghi