Francesco Gullo, lei che è segretario nazionale della Feneal Uil, sa dirmi perché tanti lavoratori continuano a perdere la vita?
C’è un problema in materia di appalti. La pratica del massimo ribasso porta a fenomeni di subappalto a catena, utilizzo del lavoro part-time, evasione della denuncia ore, presenza di lavoro nero, utilizzo di lavoratori stranieri preferibilmente senza permesso di soggiorno perché più facilmente ricattabili, utilizzo di materiale non conforme al capitolato d’appalto. Tutte situazioni che aggravano il rischio infortunistico. Ancora pesa l’accelerazione dei ritmi di produzione che comporta, sempre per rientrare nei costi, l’abbassamento ulteriore della soglia di rispetto delle norme.
Le vostre proposte?
Le abbiamo indicate nel Manifesto per la sicurezza nei luoghi di lavoro. Tra queste c’è la patente a punti, a scalare se l’azienda non rispetta le norme, a credito se l’impresa è virtuosa. Ancora chiediamo di sostituire il sistema del massimo ribasso con l’offerta economicamente più vantaggiosa, così da circoscrivere tutti quei ribassi anomali. Chiediamo anche che il Documento unico di regolarità contributiva sia integrato con la congruità che permetta di determinare il numero dei lavoratori impiegati per realizzare l’opera.
La bilateralità può avere un ruolo?
Sì, anche importante, soprattutto perché condiviso contrattualmente. Funzionano le casse edili per il durc, le scuole edili per la formazione prima di entrare in cantiere, i comitati tecnici per la prevenzione per le visite in cantiere per segnalare eventuali operazioni sbagliate. I Ctp in Italia hanno effettuato circa 50.000 visite in un anno, più di quelle della Asl. Non è un caso che, per le imprese che aderiscono al sistema bilaterale, il fenomeno infortunistico sia più limitato.
Cosa pensa delle modifiche al Testo Unico proposte dal Governo?
Il sindacato non condivide la proposta di trasferire le responsabilità a livelli più bassi e crede che ci sia il rischio di avere un sistema sanzionatorio non adeguato. Non incoraggiamo una logica di accanimento, ma è necessario il deterrente della sanzione e non è possibile escludere la somma delle violazioni delle norme. È necessario invece aumentare i controlli.
Approva le modifiche alla disciplina del durc?
Assolutamente no. Il durc si è dimostrato uno strumento positivo nel contrastare i fenomeni di irregolarità. A nostro avviso tutto il sistema dei controlli va reso più intenso.
Non lo è già?
No perche con una circolare varata qualche mese fa il ministero ha deciso di ridurre il numero delle visite di controllo, rallentando la pressione sul piano sanzionatorio. Ha creato un meccanismo di controllo più vicino alla consulenza che all’ispettorato. A volte può causare un assoggettamento psicologico dell’ispettore verso i datori di lavoro.
Quindi non va allentata la pressione?
No, perché spesso le imprese fanno una gestione della sicurezza formale, burocratica, poco efficace. È necessario invece diffondere l’interessamento verso il tema della sicurezza nelle scuole ma per questo servono finanziamenti.
Francesca Romana Nesci