La “green economy” potrebbe salvare quello che resta della chimica pesante in Italia, immobile da tempo, negli stabilimenti Vinyls di Porto Marghera e Porto Torres, mentre già si sta chiudendo la partita per l’impianto di Ravenna.
Oggi i commissari hanno aperto le buste con le proposte di acquisizione per Marghera e Porto Torres e dovrebbero essere stati collocati i due tasselli più complessi di una vicenda che si strascina da anni. Una prima ufficializzazione la si dovrebbe registrare, per il momento poco trapela, giovedì prossimo al Ministero dello Sviluppo economico quando si incontreranno i commissari, i sindacati e l’Eni proprietaria delle aree.
Per Marghera si prospetta l’ipotesi della trasformazione dello stabilimento dalla chimica pesante ad uno specializzato nel trattamento di olio industriale vegetale. Sul piatto però i compratori pongono alcune condizioni d’obbligo per la trasformazione dell’area. Si tratta della necessità di utilizzare la banchina di un canale, di acquisire ulteriori aree per la realizzazione di silos e anche il ripristino della vecchia ferrovia interna al petrolchimico per il trasporto del prodotto. Tra i benefici, garantita la totale occupazione degli addetti previa adeguata formazione.
A Porto Torres, invece, l’offerta è legata alle energie rinnovabili con un’impresa, si è nel campo delle ipotesi, che probabilmente vuole agganciarsi ad altri progetti del genere che già vedono coinvolta l’Eni. Anche per il sito sardo i possibili compratori garantiscono la piena occupazione.
Tra le curiosità giunte sul tavolo dei commissari anche due offerte, sia per Marghera che per Porto Torres, di acquisto per trasferire all’estero gli interi impianti. Offerte fuori bando ma che potrebbero essere prese in considerazione per evitare la liquidazione, nella malaugurata ipotesi che nulla di positivo si chiuda con gli altri percorsi.
Sul fronte dello stabilimento di Ravenna, la Igs di Varese, secondo quanto si è appreso, ha intenzione di avviare al più presto l’attività. Chiuso il preliminare di acquisto, entro una decina di giorni dovrebbe essere siglato il rogito. Su questo fronte proprio i commissari hanno espresso massima collaborazione per favorire l’avvio della produzione. (LF)
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