Si è svolto oggi l’incontro a Palazzo Chigi tra governo e parti sociali “per la definitiva messa a punto del documento” sulla riforma del mercato del lavoro, che il presidente del Consiglio, Mario Monti, intende portare domani in Consiglio dei ministri.
Il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, ha illustrato alle parti sociali il capitolo sulla flessibilità in entrata, ossia i contratti a partire dall’apprendistato. E’ ora in corso la discussione sugli ammortizzatori sociali. E’ invece saltata la parte che riguarda l’articolo 18, il cui testo sarà presentato direttamente domani in Cdm.
Il governo, secondo quanto riferiscono fonti presenti alla trattativa, non cambia idea sull’articolo 18 in materia di licenziamenti economici: per questa fattispecie non ci sarà la possibilità di reintegro, ma solo quella di indennizzo. Così come previsto nella proposta presentata l’altro ieri alle parti sociali. Le stesse fonti spiegano il senso delle parole pronunciate dal premier Mario Monti in apertura dei lavori. Il presidente del Consiglio ha voluto rassicurare i presenti che la stesura del testo sarà formulata in modo da “evitare abusi” nel licenziamento per ragioni economiche. Già ora, sottolineano le stesse fonti governative, l’attuale proposta consente al lavoratore di ricorrere al giudice qualora ritenga di essere stato discriminato e dunque non licenziato per ragioni economiche. Un concetto, riferiscono le stesse fonti, che nella stesura del testo sarà precisato ulteriormente, ma che non cambia la sostanza della proposta del governo. In questo modo, riferiscono le stesse fonti, si è voluto dare risposta alle preoccupazioni sollevate in modo particolare dalla Cisl, che su questo punto aveva chiesto rassicurazioni.
I sindacati premono perché si modifichi l’intervento sull’art.18 nei casi di licenziamento per motivi economici, chiedendo che si affidi al giudice il potere di decidere tra indennizzo e reintegro. Ipotesi che peraltro, nei giorni scorsi, anche la Cgil aveva detto di essere disponibile a valutare. E su cui ci sarebbe il consenso di Cisl, Uil e Ugl. Quindi sul tavolo del confronto a Palazzo Chigi potrebbero arrivare novità rispetto alla proposta presentata dal governo martedì sull’art. 18 e in particolare sui licenziamenti per motivi economici, per i quali al momento si prevede il solo indennizzo (da un minimo di 15 ad un massimo di 27 mensilità dell’ultima retribuzioni).
La Cisl ha fatto sapere con una nota ufficiale che vuole cambiare la norma sui licenziamenti economici e lavorare al modello tedesco. La Uil nelle ultime ore ha insistito perché ci sia il coinvolgimento delle rappresentanze sindacali in azienda sui licenziamenti per motivi economici. L’Ugl, infine, chiede la possibilità di reintegro e non solo di indennizzo economico. (FRN)