Alla Cisl “il cambiamento non fa paura”, ma alla condizione che il cambiamento “sappia coltivare il confronto”. Così la leader della Cisl, Annamaria Furlan, si è rivolta al vicepremier e ministro Luigi Di Maio dal palco della conferenza dei servizi in rete della confederazione.
“Ciò che mi preme dirle, per il ruolo di rilievo che riveste nel nuovo Governo e, soprattutto, per il rapporto primario con le parti sociali che le compete è questa semplice verità storica: la Cisl nasce per il cambiamento – ha proseguito – nasce per l’innovazione, nasce per la lungimiranza e l’anticipazione strategica, nasce per il futuro. E’ il suo codice genetico. Oggi più che mai. E lo mette con autonomia, equilibrio, intelligenza collettiva, responsabilità, al servizio del lavoro e del Paese”.
Per queste ragioni “il Governo del cambiamento, lungi dallo spaventarci, può aprire nuovi orizzonti; a una condizione di metodo fondamentale: che sappia coltivare il confronto, ognuno per il suo ruolo e per le sue responsabilità – ha concluso – con le grandi rappresentanze del lavoro e dell’impresa, incorporando il loro contributo nella sintesi del bene comune del Paese che riassume la missione di governare”.
“La concertazione è la strada migliore per arrivare a una soluzione”. Così Di Maio risponde alla sollecitazione del segretario Furlan intervenendo alla conferenza nazionale dei servizi in rete della confederazione.
Di Maio ha ricordato la discussione di ieri al tavolo sui rider al ministero del Lavoro con le parti: “Penso che potremo fare un buon lavoro insieme. Lo ribadiamo a tutti e spero il prima possibile anche ad altre confederazioni. Voi avete l’esperienza della contrattazione e lo status dei lavoratori, noi come ministero ci metteremo tutto l’entusiasmo possibile per portare questo Paese ad un aumento dell’occupazione che derivi anche da nuovi lavori e attraverso investimenti”.
Il ministro ha poi aggiunto che “in mezzo ci sono tante persone che non si sentono rappresentante né dalla politica né dai sindacati. Noi dobbiamo coinvolgerle con l’obiettivo di aumentare le tutele. E quando vedranno che la concertazione e il dialogo funzionano, cominceranno a credere di più nelle istituzioni e nelle organizzazioni di rappresentanza”.