La violenza sulle donne è responsabilità degli uomini. E dunque, è ora che siano proprio gli uomini a dire e fare qualcosa in concreto. Essere ‘’solidali’’ nei confronti delle donne non basta più, occorre che proprio gli uomini confermino nella pratica quotidiana il rispetto e la parità. È questo, in sintesi, il senso di un appello che i segretari confederali maschi di Cgil, Cisl e Uil lanciano in vista del 25 novembre, giornata internazionale contro la violenza sulle donne.
Di seguito il testo dell’appello, firmato da Benedetto Attili, Carmelo Barbagallo, Nino Baseotto, Pierpaolo Bombardieri, Vincenzo Colla, Angelo Colombini, Andrea Cuccello, Antonio Foccillo, Ignazio Ganga, Roberto Ghiselli, Maurizio Landini, Franco Martini, Giuseppe Massafra, Domenico Proietti, Piero Ragazzini, Luigi Sbarra.
Domenica prossima, 25 novembre, è la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. In migliaia di località in Italia e nel mondo ci saranno iniziative e manifestazioni promosse principalmente da Associazioni e Movimenti di donne. Ma la violenza sulle donne è una responsabilità di noi uomini, dell’atavica cultura patriarcale del dominio e della prevaricazione di genere; può essere esercitata fisicamente, psicologicamente, economicamente, verbalmente. Per questo non basta essere solidali, magari partecipando a questo o quell’evento; solidarietà e sostegno silenziosi, condanne a tavolino non bastano più. Ė tempo che si modifichi l’atteggiamento interiore ed esteriore del genere maschile verso le donne. Ė tempo che noi uomini si prenda la parola, si agisca, si affermi coi fatti la cultura e la pratica della parità, del rispetto, della valorizzazione delle differenze, perché la libertà delle donne è una grande questione democratica che interroga la società e tutti noi.
Il silenzio o, peggio ancora l’indifferenza, non sono più tollerabili, spesso nascondono piccole e grandi complicità. Come uomini militanti e dirigenti di Cgil Cisl Uil abbiamo sempre sostenuto con forza la difesa, la tutela e la promozione dei diritti civili delle donne, anche attraverso la definizione di norme a favore della salute, della conciliazione dei tempi di vita e corresponsabilità genitoriale. È necessario un forte e quotidiano impegno civile, culturale e politico quotidiano anche di noi uomini, in una più stretta e positiva relazione con le donne, così come il battersi per la certezza della pena per chi – a casa, sul lavoro, per la strada – fa violenza sulle donne o contro qualsiasi tipo di discriminazione nei luoghi di lavoro. Vogliamo continuare e rafforzare l’impegno sindacale nella contrattazione per definire strumenti che favoriscano le pari opportunità e determinino l’emersione e la conseguente eliminazione di atteggiamenti discriminatori. Lasciamoci alle spalle anni di “perbenismo maschile” e costruiamo un nuovo, esplicito costume civile e politico fondato sul riconoscimento e valore della diversità e sulla parità fra i generi, contro ogni retaggio maschilista, machista o omofobo ed ogni forma di violenza di genere, sia fisica sia psicologica. Per questo, domenica 25 appuntiamo sui nostri vestiti un fiocchettino bianco, simbolo internazionale della lotta contro la violenza sulle donne.