Il male si è risvegliato. Ai lettori del Signore degli anelli, in questo periodo oscuro, potrebbe tornare in mente il doloroso ammonimento di Gandalf, lo stregone bianco. Sì, c’è qualcosa nell’aria. Una voglia di rivincita, la pulsione a far saltare i princìpi di pace, di democrazia e di uguaglianza usciti vittoriosi dalla seconda guerra mondiale. La legge del più forte e il mito dell’uomo solo al comando soffiano come un vento di tempesta dalla Turchia alla Russia, dalla Cina all’Ungheria. E anche l’America di Trump sembra aver ammainato la bandiera della libertà per tutti.
La vecchia Europa vacilla sotto i colpi del sovranismo, riedizione mimetica di quel nazionalismo che ha nel proprio Dna lo scontro bellico. La decadenza dei valori di coesione sociale, lo svilimento delle Istituzioni, il ludibrio nei confronti delle élite, il populismo brandito come una clava, la crisi economica moltiplicano i paragoni con quegli anni terribili che portarono al fascismo e al nazismo. Mutatis mutandis, soprattutto aggiungendo la rivoluzione tecnologica e il dramma dell’immigrazione, il clima sembra quello. E ha buon gioco il Financial Times nell’evocare “una repubblica di Weimar dei nostri tempi”.
E’ come se la mutazione antropologica provocata dagli smartphone e dalle piattaforme social, invece di ampliare la sfera della condivisione e della tolleranza, abbia esacerbato un alienato egotismo a sua volta prodromo di paure ed insicurezze. Una perdita d’identità annegata nel mare dei selfie, dei commenti, dei “like”. E in queste acque galleggia tanto ciarpame culturale, nel quale allignano pregiudizi, intolleranze, rancori e anche i semi del razzismo stanno dando i loro orribili frutti.
Crescono il desiderio del cesarismo e l’auspicio di andare oltre l’attuale civiltà. Oswald Spengler, nel Tramonto dell’Occidente, scrisse: “La storia ha sempre sacrificato la verità e la giustizia alla potenza, alla razza, condannando a morte gli uomini e i popoli per i quali la verità è stata più importante dell’azione e la giustizia più essenziale della potenza”. Era il 1923. Purtroppo c’è di nuovo chi crede a tali, tragiche, farneticazioni. E allora, per dirla ancora con Tolkien, i tanti Bilbo e Frodo che hanno a cuore questo mondo si metteranno in cammino per combattere il male. Forza, coraggiosi hobbit.