E’ stato sottoscritto l’accordo unitario per il rinnovo del contratto artigiani metalmeccanici.
Riccardo Giovani, direttore relazioni sindacali di Confartigianato, è stata una trattativa difficile?
Sì, estremamente complicata, tanto è vero che è durata circa un anno.
Perché?
Il nostro obiettivo è sempre stato quello di firmare il contratto con tutte e tre le sigle sindacali, Fiom compresa, comparativamente con i costi sostenibili dalle imprese e con il nuovo modello contrattuale sottoscritto da Cisl e Uil, ma non dalla Cgil.
Perché la Fiom ha firmato?
La firma è stata una risposta alla crisi e un gesto di responsabilità contrattuale, ma è stato rimosso anche un grosso ostacolo.
A cosa si riferisce?
Tra i problemi che ostacolavano la firma della Fiom c’era un disaccordo che riguardava l’apprendistato professionalizzante. Nel 2008 non era stato possibile definire la retribuzione dell’apprendistato con una progressione percentuale in base all’anzianità, ma si faceva riferimento al sottoinquadramento. Oggi è stato possibile inserire nel contratto questa modifica perché esiste una legge che lo consente.
Avete seguito fedelmente il modello contrattuale del 2009?
Sì, abbiamo seguito le norme previste dall’intesa applicativa di quell’accordo per i settori degli artigiani che in alcuni aspetti differisce dalle regole valide per tutti.
L’aumento contrattuale però è superiore all’Ipca.
Sì, è vero. Ma tiene conto del fatto che il contratto è scaduto il 31 dicembre 2008. C’è una “una tantum” di 115 euro per il 2009 e poi nei 19 mesi ulteriormente scoperti un’altra “una tantum” di 245 euro. Abbiamo mantenuto però tutta la specificità del sistema di relazioni sindacali a livello territoriale e non abbiamo avuto alcun costo aggiuntivo. In particolare i sindacati chiedevano di usufruire dei diritti di agibilità sindacale all’interno dell’azienda, ma è stata mantenuta l’impostazione del modello rispettando i diritti d’agibilità sindacale a livello territoriale. Si è rispettato l’accordo sul modello contrattuale anche per quanto riguarda la malattia, perché per i primi 3 giorni non ci sarà l’integrazione da parte del datore di lavoro.
E’ soddisfatto?
Sì, è un buon contratto. Sono state riviste in maniera moderna alcuni punti della parte normativa, quali il part-time, con l’introduzione di clausole di flessibilità ed elasticità; il contratto a tempo determinato, per il riferimento alla stagionalità; il contratto d’inserimento, prima non previsto. Ricordo che questo è il contratto più importante degli artigiani dal momento che interessa 500 mila lavoratori tra meccanica e installazione di impianti e inoltre accorpa anche il settore degli orafi, argentieri e odontoiatri.
Avete altri obiettivi in programma?
Sì, procedere a ulteriori accorpamenti dei contratti fino ad arrivare a tre aree contrattuali, (trasporti, costruzioni e artigianato in generale) per godere di una maggiore semplificazione, perché il nuovo modello contrattuale assegna al contratto nazionale un ruolo di garanzia del salario e della parte normativa e al contratto territoriale il compito di disciplinare tutti gli istituti vivi, dall’orario di lavoro alla produttività, e le specificità che ci sono ad esempio nei vari distretti.
Francesca Romana Nesci