In questi giorni c’è stato il rinnovo del contratto riguardante il settore artigiani alimentari e panificazione, il primo contratto del comparto artigiani rinnovato per il 2013-2015. Le altre contrattazioni restano invece aperte, così come la trattazione del fondo di solidarietà bilaterale. Ne abbiamo parlato con Riccardo Giovani, direttore delle relazioni sindacali di Confartigianato.
Giovani, quali saranno le caratteristiche del fondo di solidarietà bilaterale che state trattando?
Il 31 ottobre 2013 abbiamo sottoscritto, assieme a Cgil, Cisl e Uil, un importante accordo che dà attuazione all’articolo 3 comma 14 della legge Fornero. Si è definito un fondo di solidarietà bilaterale, un modello che non si costituisce all’interno dell’Inps, per tutte le imprese che applicano i contratti artigianato al di sotto e al di sopra dei 15 dipendenti. La legge 92 non prevede obblighi per le imprese fino a 15 lavoratori, per quelle che ne hanno di più c’è la possibilità di avere il fondo bilaterale presso l’Inps.
E invece nel vostro accordo?
Nel nostro accordo il fondo bilaterale è gestito dalle parti per tutte le imprese, a prescindere dal numero dei dipendenti. Questo fondo, dunque, arriverà a toccare almeno un milione di lavoratori, escluso il settore dell’edilizia. Un altro punto importante, poi, è che questo fondo si innesta nell’ambito della bilateralità già esistente nell’artigianato. Noi modificheremo in parte alcuni meccanismi e alcune regole di funzionamento del sistema, ma sarà usato l’attuale schema di raccolte risorse, tramite un ente bilaterale nazionale, e di erogazione delle prestazioni, tramite enti bilaterali regionali.
Che problemi state riscontrando nell’attuare questo accordo?
II meccanismo in realtà è fatto, ma la principale difficoltà è costituita dall’individuazione dell’aliquota della contribuzione. Resta da definire la misura del contributo. Ci muoviamo nell’ambito dello 0,20% previsto dalla legge.
In questi giorni c’è stato il rinnovo del contratto nazionale del settore artigiani alimentari e panificazione. Quali sono i punti più importanti?
Il contratto rinnovato riguarda circa 100 mila lavoratori del settore. Tra gli aspetti più rilevanti c’è sicuramente l’introduzione di un part time, la semplificazione del suo utilizzo e delle clausole di elasticità e flessibilità del lavoro (con abbattimento del costo). È prevista poi la acausalità del primo contratto a termine fino a 24 mesi. Inoltre è stata definita una disciplina dell’apprendistato, mantenendo le durate massime previste dalla legge per tutte le figure artigianali. Abbiamo poi introdotto l’apprendistato stagionale e ampliato il campo di applicazione anche alle imprese alimentari non artigianali fino a 15 dipendenti, alle quali è esteso il sistema bilaterale.
Come sta procedendo la contrattazione negli altri settori dell’artigianato?
Tutti i restanti contratti restano ancora aperti. Stiamo discutendo, in base alle varie esigenze, le tematiche sul campo di applicazione (come per i tessili), la questione dell’apprendistato e l’introduzione di regole più flessibili per l’orario di lavoro. Attualmente non prevedo chiusure di contratti a breve tempo, almeno non entro l’anno.
Come valuta l’andamento attuale del settore artigiani in generale?
Manteniamo tutti i tavoli aperti, le relazioni sindacali sono buone, e confidiamo nella possibilità di arrivare a chiusure importanti anche nei primi mesi del 2014. Il 2013 è stato un anno importante perché c’è stato l’avvio di un ulteriore pilastro della bilateralità, il fondo sanitario integrativo San.Arti, con prestazioni prenotabili dal 1 agosto e riguardante 450 mila lavoratori circa. Nonostante la crisi ce la stiamo mettendo tutta per avere risultati positivi, sia per i lavoratori che per le imprese.