Nei giorni scorsi è stato sottoscritto l’accordo per il rinnovo del contratto nazionale del settore chimico-farmaceutico che porta la firma unitaria dei tre sindacati di categoria. Ieri però il direttivo della Filctem ha contestato l’intesa, evidenziando una “palese distanza” tra i contenuti del documento votato dal direttivo nazionale dell’8 novembre 2011 e il testo sottoscritto. Per il segretario generale della Femca Cisl, Sergio Gigli, non è però possibile tornare indietro, anzi il contratto dei chimici rappresenta l’“apri-pista” per il rinnovo degli altri contratti.
Gigli, cosa farete ora?
Proseguiremo con la consultazione dei lavoratori sull’ipotesi di accordo. Per la Femca i chimici della Cgil hanno firmato il contratto scaturito da un percorso unitario. Il documento del direttivo Filctem è come se non esistesse. Solo i lavoratori possono dire ‘sì’ o ‘no’ all’ipotesi d’accordo. Ma sono sicuro che quando i lavoratori leggeranno i contenuti dell’accordo lo approveranno.
Il fatto che il direttivo Filctem abbia contestato alcuni contenuti dell’accordo è un problema.
Sì, ma è tutto interno alla Cgil. Il comitato di negoziazione era costituito da circa 200 persone, di cui la maggioranza faceva parte della Cgil e ha votato a favore del contratto. Da queste persone mi aspetto coerenza e mi auguro che portino fino in fondo il lavoro iniziato. La Cgil deve fare un esame di coscienza al proprio interno e valutare con serenità il contratto che abbiamo firmato, cosa che finora non ha fatto perché occupata da problemi di assetti organizzativi interni.
Ma i lavoratori non potrebbero essere condizionati dalle decisioni del direttivo?
Se la Cgil pensa di venire a fare le assemblee con quel documento ci andrà da sola. Trovo molto contraddittorio fare prima appelli sul non siglare accordi separati ma ricercare l’unità sindacale, e poi però non voler tener conto delle opinioni degli altri. È un’assurdità che deve essere chiarita. Il primo pensiero di un sindacato deve essere verso i lavoratori. In questo caso sembra che per la Cgil conti di più l’assetto organizzativo e la politica, mentre i lavoratori sono molto sullo sfondo.
Il direttivo Filctem nel suo documento contesta alcuni punti, tra i quali spicca la contrarietà a derogare alcune materie al secondo livello.
L’accordo non prevede deroghe a prescindere. Tutto sarà oggetto di discussione. Le deroghe poi non riguarderanno i diritti base o gli incrementi salariali, ma sarà derogabile il resto, solo in presenza di giusta motivazione, ossia per situazioni di crisi o per facilitare investimenti. Le aziende potranno sottoporre la proposta di derogare al contratto nazionale alle Rsu e solo con il consenso di quest’ultime si potrà raggiungere un accordo. Il ruolo delle Rsu in questo modo è determinante. La domanda che mi pongo, a questo punto, è ma la Cgil non si fida delle proprie Rsu?
Francesca Romana Nesci