Alla vigilia dell’apertura del tavolo di politica industriale sulla crisi del settore farmaceutico, il leader della Femca Cisl, Sergio Gigli, spiega a Il diario del lavoro le sue perplessità sul recente decreto del governo ed esprime la sua preoccupazione sulla difficile situazione che sta attraversando non solo il settore chimico-farmaceutico ma anche quello dell’energia-petrolio.
Gigli, il governo ha convocato un tavolo di politica industriale sul settore farmaceutico.
Sì, erano anni che lo chiedevamo e dopo gli ultimi decreti emanati dal governo è diventato ancora più necessario.
In che senso?
Il recente decreto varato dal ministro Balduzzi per ridurre la spesa sanitaria potrebbe avere conseguenze negative. Molte aziende farmaceutiche, infatti, hanno minacciato di delocalizzare l’attività produttiva e di ridurre gli investimenti. Questo vorrebbe dire colpire un settore tra i pochi a garantire occupazione stabile.
Cosa chiederete al governo?
Di tener conto di un settore che produce ricchezza, è costituito da aziende che fanno ricerca, brevettano prodotti che rischiano di non essere venduti a causa di questi nuovi provvedimenti.
Negli altri settori com’è la situazione?
Drammatica, soprattutto a causa dell’aumento del prezzo del carburante. Le accise su benzina e diesel sono aumentate di ben 27 volte e questo ha fatto sì che lievitasse anche il carrello della spesa, dal momento che il trasporto su gomma rappresenta il 90% degli spostamenti. A questo si aggiunge il fatto che attualmente abbiamo importanti raffinerie ferme, tra le quali spicca Gela con i ¾ delle attività congelate. E purtroppo i problemi non finiscono qui.
Quali altri problemi ci sono?
Continua ad aumentare la disoccupazione e i provvedimenti dell’esecutivo, come la recente riforma delle pensioni, non aiutano a risolvere il problema e a far ripartire il paese.
Cosa suggerisce?
Di sedersi intorno a un tavolo, rivedere la riforma delle pensioni, intervenire sul cuneo fiscale, smettere di fornire soldi a pioggia al sistema industriale ma finanziare solo quelle aziende che fanno innovazione e ricerca. Infine, non colpire i settori che offrono opportunità lavorative come il settore farmaceutico e la raffinazione.
Quali sono i prossimi appuntamenti?
Dopo l’avvio del tavolo per la farmaceutica il 12, riprenderemo le trattative per il rinnovo dei contratti. Nei giorni scorsi è ripresa la trattativa per il settore energia-petrolio, già iniziata prima dell’estate, mentre il 18 settembre sarà la volta dell’avvio del negoziato per il rinnovo del contratto dei chimici. A fine settembre si partirà poi con gas-acqua e gomma-plastica.
Puntate sulla tornata contrattuale per rilanciare i vari settori?
I rinnovi sono molto importanti in questa fase di difficoltà generale di tutti i comparti. E’ importante che siano l’occasione per discutere anche di politica industriale e per dare delle risposte attraverso l’attività contrattuale. Sarebbe poi importante mettere un po’ di ordine sulle politiche contrattuali, ad esempio unificando i contratti che incidono sui costi e sulle strategie, dal momento che il paese ha forte connotazione industriale e manifatturiera.
Francesca Romana Nesci