“Che l’amministratore delegato dell’Eni, Paolo Scaroni, dica che è arrivato il momento del rilancio della chimica in Italia è un buon segnale ma il settore presenta problemi ben più complessi che vanno affrontati nel loro insieme”.
E’ quanto sostiene Sergio Gigli, segretario generale della Femca Cisl, a seguito delle dichiarazioni del ceo di Eni che, a Londra, ha illustrato agli analisti il Piano strategico per il prossimo quadriennio. Piano che prevede anche il lancio di una nuova divisione, EniVersalis, che si concentrerà sui mercati emergenti e sui prodotti a valore aggiunto come le resine.
“Ma proprio perché Scaroni parla a tutto campo annunciando investimenti di Eni nella ricerca per 1,4 miliardi di euro e la scommessa sulla chimica verde con il progetto di Porto Torres – spiega Gigli – è necessario che si garantisca sviluppo e sostegno a tutte le attività su tre fronti diversi. Il primo è quello della chimica di base che avrà vita per altri cento anni e rispetto alla quale rischiamo di dipendere dall’estero come già avviene per il gas”.
Il secondo è quello dei carburanti. “Bisogna intervenire sul nodo delle dodici miglia e sui divieti di perforazione in alcuni territori come quelli in Val d’Agri, Abruzzo, Sud Sicilia e Calabria”.
Il terzo fronte, infine, è quello delle liberalizzazioni previste dal decreto legge del Governo. “Da questo punto di vista, la separazione di Snam da Eni rimane una nota dolente e confusa. – conclude Gigli – Questa operazione ci preoccupa perché ancora mancano provvedimenti e decisioni tesi a valorizzare la specificità e competenza di Eni”.