A undici mesi dalla scadenza del contratto unico del settore gas-acqua, che interessa circa 50.000 lavoratori ancora non trova una soluzione. Anche oggi un incontro programmato per cercare di trovare soluzione non ha nemmeno avuto luogo per l’assenza della Femca e della Uilcem.
La trattativa è bloccata sulla proposta avanzata da Federutility di separare il contratto, differenziando il salario dei lavoratori del settore acqua da quello del gas. I sindacati si sono opposti, affermando che è “inaccettabile differenziare il salario all’interno della stessa categoria”. Non si tratterebbe per altro di poco, considerando che nei tre anni la differenza sarebbe di circa 1.000 euro. Altre questioni bloccano la trattativa: la mancata approvazione da parte del governo di un decreto legge che recepisca l’intesa firmata ad agosto da tutte le parti sociali sulla tutela occupazionale e di un secondo decreto che chiarisca i termini di presentazione dei bandi di gara. In assenza di questi decreti ogni comune potrebbe approvare autonomamente bandi di gara, mettendo anche a rischio l’occupazione.
Per accelerare la trattativa, la Femca ha avviato la procedura di conciliazione prevista dall’accordo interconfederale del 2009, che trasferisce alle confederazioni il compito di trovare una soluzione per il rinnovo. In attesa di un riscontro da parte delle centrali sindacali la Femca non ha preso parte al nuovo incontro programmato per oggi, al quale peraltro non si è presentata nemmeno la Uilcem.
La Filctem ha proclamato 16 ore di sciopero nazionale, di cui 8 il 3 dicembre, dopo che il 19 novembre era fallito il tentativo di conciliazione presso il ministero del Lavoro. (FRN)