La trattativa per il rinnovo del contratto nazionale del settore gas-acqua riprenderà probabilmente il 18 e 20 gennaio a livello di segreterie nazionali, il 25 e il 26 in seduta plenaria. Le associazioni imprenditoriali, che si sono riunite ieri, hanno inviato la convocazione alla controparte sindacale e ora attendono le risposte di conferma.
La trattativa era stata interrotta il 24 novembre per una serie di motivi. Tra questi il principale resta la differenziazione salariale tra il settore del gas e quello dell’acqua, richiesta dalla parte imprenditoriale e contestata dai sindacati.
Fino ad oggi i rinnovi hanno riportato una tabella unica per la parte economica tra i due settori.
In realtà il problema fondamentale è legato all’adeguamento delle tariffe che non sono state ancora deliberate dal momento che il governo ha sciolto le autorità competenti d’ambito territoriale. La competenza è stata trasferita alle Regioni che non hanno ancora preso decisioni a riguardo. Il governo inoltre aveva garantito di costituire un’autorità nazionale col compito di deliberare le nuove tariffe, ma di fatto ciò non è mai stato messo in pratica. Rimane quindi l’incertezza tariffaria che spinge parte delle imprese a chiedere una differenziazione economica con il settore del gas.
Per i sindacati questa motivazione, che sicuramente può costituire un problema per le imprese, non è però sufficiente a bloccare il rinnovo.
Altro punto da risolvere è l’unificazione della previdenza integrativa. Infatti attualmente esistono un fondo privato gestito dall’Inps e regolato da una legge del 1971, poi aggiornata nel 1989, che fa riferimento alle aziende di distribuzione del gas e un fondo a capitalizzazione. Le parti condividono la necessità della chiusura del fondo cassa e del passaggio a una previdenza complementare riorganizzata secondo uno schema più moderno, ma innanzitutto ritengono necessaria una legge che regolamenti tale chiusura. I sindacati poi chiedono di definire i costi e il meccanismo con il quale si procederà alla chiusura, così da non danneggiare quei lavoratori che hanno maturato i diritti al fondo.
Altre richieste sindacali riguardano l’aggiustamento della reperibilità e l’inserimento del lavoro fatto dalla commissione sui nuovi profili d’inquadramento professionale. (FRN)