Un momento propizio, quello per le donne nei comparti industriali del sindacato, tipicamente associati a figure maschili del Nord-Italia. È stata invece scelta una donna del Sud per guidare una federazione che si occupa di settori particolarmente strategici per l’economia italiana, come l’energia, la chimica e la moda. Il diario del lavoro ha intervistato la neoeletta segretaria generale della Femca-Cisl, Nora Garofalo, che fa il punto sullo stato dell’arte dei settori produttivi della federazione, sulle sfide da affrontare e sui principi cardine che guideranno l’attività contrattuale del sindacato.
Garofalo, il sindacato sta finalmente scoprendo la parità di genere?
Che una donna assuma un ruolo così di rilievo in un sindacato importante come la Femca è certamente qualcosa di nuovo, soprattutto nel mondo dell’energia e della chimica, dove non ci sono esempi precedenti di segretari generali donne nella Cisl. Non sta a me dire se ciò possa essere interpretato come una maturazione del sindacato, ma indubbiamente è possibile percepire una maggiore consapevolezza da parte delle donne, che può e deve essere favorita attraverso percorsi che possano sviluppare le potenzialità femminili e che possano rendere le donne più assertive all’interno dei ruoli dirigenziali, nel sindacato e nel mondo del lavoro in generale.
Qual è la sua idea di contrattazione?
La mia idea non può che partire dai fondamentali dell’azione sindacale: la difesa delle reti salariali, soprattutto in fase di rinnovo contrattuale, a cui si aggiunge però un nuovo percorso, ormai imprescindibile, che è quello del welfare contrattuale. Questo, nella mia ottica, dovrebbe essere improntato più al soddisfacimento di bisogni personali e familiari del lavoratore, piuttosto che all’ottenimento di benefit i quali, sul lungo periodo, avvantaggiano quelle aziende che traggono guadagno da questa nuova tendenza, vendendo i vari servizi e pacchetti di welfare. È importante inoltre rafforzare i rapporti con Filctem e Uiltec, che sono i nostri compagni di percorso nei rinnovi contrattuali. La linea da seguire nei rapporti con gli altri sindacati infatti deve essere quella della concretezza, in modo da raggiungere insieme gli obiettivi preposti nei tempi corretti e dovuti, sia nei contratti di primo livello, ma anche in tutta la contrattazione di secondo livello, formidabile strumento di integrazione del contratto nazionale su alcuni temi fondamentali relativi al salario e alla tutela dei lavoratori.
Qual è lo stato dei settori produttivi della federazione?
Parlando della Femca non si può non sottolineare l’importanza dei suoi comparti, di cui abbiamo appena riconfermato la strutturazione e che sono imprescindibili non soltanto per un’articolazione funzionale efficiente, ma anche per l’importante valenza politica che essi hanno nel modello organizzativo della federazione. I nostri comparti vengono da una crisi molto profonda, che ha riguardato soprattutto il settore manifatturiero. La ripresa di questi settori è una nostra priorità, nel manifatturiero della chimica come nel tessile, che ha salvaguardato la propria eccellenza spostando i propri obiettivi produttivi sulla qualità piuttosto che sulla quantità. Per quanto riguarda il settore dell’energia, l’attenzione verso un’area di tale portata strategica è molto alta, soprattutto in questo momento, in cui stiamo gestendo una transazione molto delicata relativa alle gare nazionali di assegnazione dei servizi di distribuzione del gas. A livello generale, i nostri comparti ci consentono di dare attenzione e spazio alle specificità di ogni settore che rappresentiamo, con unicità di pensiero e di intenti che si esterna sul piano politico, contrattuale e delle relazioni sindacali.
Quali sono le sfide che si prepara ad affrontare come nuovo segretario generale?
Attualmente abbiamo appena concluso la tornata dei rinnovi contrattuali, con la firma di 18 contratti negli ultimi 19 mesi. Un buon risultato, che però non si conclude qui: ci stiamo già preparando infatti per i prossimi rinnovi. La nostra sfida è stare sempre sul pezzo, essere presenti tra i lavoratori e nella contrattazione, ai tavoli nazionali e a quelli territoriali, incrementando, rafforzando, dando voce e forza alle nostre periferie e ai nostri dirigenti sul territorio. Il mondo attorno a noi sta cambiamento in maniera inesorabile: l’esempio più lampante è quello di Industria 4.0, una realtà più vicina di quanto ci aspettiamo. Il sindacato deve essere pertanto pronto a raccogliere questa sfida, questo nuovo modo di concepire la produzione industriale, per il quale è necessario un nuovo modello organizzativo a livello sindacale, che riesca a far sì che questa grande opportunità per l’industria non si trasformi in un disastro per il mondo del lavoro. In questo senso il nostro intento è quello di mettere in campo tutte le risorse possibili per aiutarci ed aiutare i lavoratori ad affrontare questo inevitabile cambiamento, senza dimenticare nel contempo la salvaguardia dei posti di lavoro.
La Femca si sta preparando anche ad un cambiamento organizzativo?
Si, attualmente siamo impegnati in un rinnovo interno alla federazione, soprattutto a livello di ricambio generazionale del nostro gruppo dirigente, una riorganizzazione che chiaramente non può essere repentina e che va preparata senza tralasciare nulla al caso. I quadri dirigenti a tutti i livelli ormai devono avere competenze e qualità che gli consentano di svolgere al meglio il proprio lavoro e il proprio ruolo. È stata intrapresa pertanto una vera e propria campagna di formazione, che si articola in corsi intensivi per giovani dirigenti, come quello che si è svolto nell’anno passato, nonché attraverso un “campo scuola” che si svolgerà nel mese di settembre e che avrà come obiettivo quello di avvicinare e far crescere giovani risorse, che possano scommettersi nell’organizzazione e impiegare le proprie energie e le proprie idee all’interno del mondo sindacale.
Giorgia Cassiero