I Paesi del G7 lavoreranno per un’intelligenza artificiale centrata sull’uomo e socialmente responsabile, garantendo lavoro dignitoso e opportunità di riqualificazione per tutti i lavoratori, inclusi quelli che sono stati sostituiti dall’IA. E’ quanto si legge nella dichiarazione finale del vertice dei ministri del Lavoro.
In particolare, i paesi del G7 promuoveranno una piano d’azione in stretta cooperazione con il settore privato, le organizzazioni dei lavoratori, la società civile, il mondo accademico e tutte le parti interessate. I ministri del Lavoro chiediono all’Oil e all’Ocse di essere supportati. Riconoscono il valore delle iniziative di cooperazione internazionale per affrontare i divari digitali che potrebbero ampliare le disuguaglianze globali, incluse quelle di genere, con un’attenzione particolare ai Paesi in via di sviluppo e alle economie emergenti.
Sottolineano inoltre l’importanza di garantire la protezione dei principi e dei diritti fondamentali nel lavoro per i lavoratori della catena di approvvigionamento dell’IA, sia all’interno che all’esterno dei Paesi del G7, inclusi quelli che revisionano e affinano i dati utilizzati per addestrare i sistemi IA.
Nell’allegato 1 (Piano d’Azione del G7 per uno sviluppo e utilizzo incentrato sull’uomo di un’IA sicura, protetta e affidabile nel mondo del lavoro) i ministri del G7 lavoro sottolineano che l’IA è una tecnologia trasformativa che ha il potenziale di modificare in modo significativo il lavoro e la vita dei lavoratori.
“L’adozione di un’IA incentrata sull’uomo, socialmente responsabile, sicura, protetta e affidabile nel mondo del lavoro . precisano i ministri del G7 lavoro – può portare benefici significativi in termini di opportunità di impiego, produttività del lavoro, processi di gestione, sicurezza e salute, equità e qualità del lavoro. L’IA può positivamente migliorare il lavoro sostituendo e automatizzando compiti ripetitivi o assistendo in attività e decisioni di routine, riducendo così il carico sui lavoratori e permettendo loro di svolgere al meglio altre responsabilità.”
Inoltre, secondo i ministri “può affrontare carenze di manodopera e migliorare il matching nel mercato del lavoro in contesti di società in invecchiamento e forza lavoro ridotta. Può inoltre migliorare le politiche attive del mercato del lavoro e rafforzare la capacità degli ispettorati del lavoro. Allo stesso tempo, ci sono rischi associati all’adozione dell’IA nel mondo del lavoro. L’accesso diseguale e l’uso dell’IA nei mercati del lavoro potrebbero portare a disparità crescenti tra imprese e lavoratori, sia all’interno che tra Paesi.”
Per massimizzare i benefici dell’IA nei mercati del lavoro e tutelare i diritti dei lavoratori, “è necessario affrontare i rischi che solleva – si legge nella dichiarazione finale – prevenendo o mitigando gli impatti negativi. Sebbene vi siano prove limitate di un impatto negativo netto sui livelli occupazionali complessivi finora, molti lavori saranno trasformati dall’IA, e ci si possono aspettare disparità di genere e altre asimmetrie, con alcuni settori e regioni che saranno maggiormente colpiti.”
Secondo i ministri del Lavoro dei Paesi del G7 bisogna dare priorità all’inclusione di gruppi svantaggiati nel mercato del lavoro garantendo equità, protezione dei dati, privacy e sicurezza. La trasparenza e la responsabilità sono fondamentali quando si utilizza l’IA nel mondo del lavoro.
E’ poi importante promuovere la cooperazione con le piattaforme digitali, le aziende tecnologiche, i partner sociali, la società civile e i governi a livello mondiale per garantire che le aziende adempiano alla loro responsabilità nei confronti dei lavoratori delle loro catene di approvvigionamento IA. Questa responsabilità include la fornitura di posti di lavoro significativi e ben remunerati, dove i lavoratori possano esercitare i loro diritti fondamentali nel lavoro e segnalare eventuali violazioni dei diritti del lavoro e dell’occupazione.
L’adozione dell’IA nel mondo del lavoro sta rapidamente modificando le esigenze di competenze, rimodellando la composizione dei compiti e delle competenze nei lavori. In alcuni casi saranno necessarie competenze specializzate in IA, incluse quelle necessarie per sviluppare e mantenere i sistemi IA.
Tuttavia, molti lavoratori avranno bisogno di competenze digitali di base e in scienza dei dati, oltre a competenze trasversali per utilizzare e interagire con le applicazioni IA.
“I sistemi di apprendimento per adulti – prosegue la dichiarazione finale – così come l’istruzione formale, dovranno adattarsi rapidamente a queste trasformazioni e garantire l’accesso a una formazione flessibile e di alta qualità per tutti i lavoratori, in particolare per i lavoratori con basse competenze, i lavoratori più anziani e quelli delle piccole e medie imprese. Azioni da considerare per promuovere uno sviluppo e un uso sicuro, protetto e affidabile dell’IA centrato sull’uomo nel mondo del lavoro includono affrontare i disallineamenti delle competenze, collaborando strettamente con le imprese per identificare le lacune e le esigenze del mercato del lavoro e offrire una formazione più mirata, anche utilizzando i servizi pubblici e privati per l’impiego e promuovendo programmi di apprendistato di qualità e riqualificazione a metà carriera, con particolare attenzione alle Pmi; utilizzare sistemi di valutazione e previsione delle competenze per identificare le future esigenze di competenze nel mercato del lavoro, anche attraverso tecnologie basate sull’IA; facilitare l’accesso a programmi di riqualificazione e aggiornamento inclusivi e adeguati, inclusi micro-certificati IA specifici per i cercatori di lavoro e per le transizioni dei lavoratori all’interno e tra le imprese, adattati allo sviluppo delle competenze necessarie per progettare, adottare, monitorare e utilizzare un’IA affidabile e incentrata sull’uomo nel mondo del lavoro, anche attraverso la promozione di partenariati pubblico-privato e incoraggiando le aziende IA a fornire servizi di formazione insieme alla distribuzione dell’IA.”
Ancora, secondo la relazioni finale serve sfruttare le tecnologie basate sull’IA per migliorare le opportunità di istruzione e apprendimento permanente, pianificare e fornire meglio la formazione, personalizzare i contenuti della formazione in base alle esigenze individuali e aumentare la partecipazione e l’inclusività della formazione; sfruttare il dialogo sociale e i partenariati pubblico-privato per incoraggiare la formazione, la riqualificazione e il reinserimento dei lavoratori se necessario: promuovere la consapevolezza tra lavoratori e aziende, comprese le Pmi, dell’impatto dell’IA sulle organizzazioni e sostenere gli sforzi delle aziende nell’aggiornamento delle competenze dei dirigenti e dei dipendenti, anche considerando linee guida sulle competenze necessarie per consentire l’adozione dell’IA nei luoghi di lavoro.
“Attueremo un piano d’azione adottato dai ministri del Lavoro dei Paesi del G7 – ha precisato il ministro del Lavoro, Marina Calderone, in conferenza stampa – che ha una visione umanocentrica. Un approccio alla base del piano per lo sviluppo e l’uso dell’intelligenza artificiale nei luoghi di lavoro”.
“Un piano di azioni concrete – ha detto – per dare risposte e indicare direttrici di lavoro. Azioni per governare molteplici aspetti su cui l’IA può avere un impatto: automazione dei processi, privacy dei lavoratori, trasparenza e responsabilità delle decisioni, processi di selezione e distribuzione delle attività nei luoghi di lavoro e dialogo sociale”.
Uno degli elementi su cui si sta lavorando e si lavorerà in futuro “è il modo con cui l’IA ci consente di capire e individuare in anticipo dove va il mondo del lavoro – ha aggiunto – quali sono le professionalità del futuro e, soprattutto, come andare a incrociare in modo efficace la domanda e l’offerta di lavoro. Nella piattaforma per l’inclusione sociale e lavorativa oltre che individuare le offerte formative finanziate oggi presenti in Italia, abbiamo inserito elementi che attraverso l’Ia e i processi di analisi ci possono far comprendere le esigenze delle aziende e le attività che in questo momento sul piano formativo possiamo mettere a disposizione e quali invece sono i percorsi di crescita e in previsione le tendenze del mondo del lavoro. Dobbiamo imparare a predire un po’ il futuro utilizzando i dati e comprendendo tra dieci anni di quali lavori e professionalità avremo bisogno”.
E.G.