Si è concluso il G20 di Seoul. Al centro del documento finale la battaglia alla disoccupazione e l’obiettivo di creare nuovi posti di lavoro. “La ripresa c’è, secondo i leader riuniti in Corea del Sud, ma restano alti i rischi”.
“Riconosciamo l’importanza di fare fronte alle preoccupazioni più vulnerabili – si legge nel testo – e a questo fine siamo determinati a mettere i posti di lavoro come punto centrale della ripresa e fornire protezione sociale e lavoro dignitoso, oltre che ad assicurare una crescita accelerata nei Paesi a basso reddito”. Nel comunicato finale i 20 leader s’impegnano poi a “produrre un piano con impegni politici di ciascun paese per raggiungere i tre obiettivi di una crescita forte, sostenibile ed equilibrata”.
Il G20 inoltre resterà “vigile” sugli “eccessi di volatilità delle valute” e ribadisce il no “alle svalutazioni competitive” sostenendo la “flessibilità dei tassi di cambio” per riflettere i “fondamentali economici”. Sul fronte degli squilibri commerciali invece – si legge nel comunicato finale – si sottolinea il no al protezionismo e la necessità “di ridurre gli eccessi” a livelli “sostenibili”.
I grandi affidano poi al “gruppo di lavoro sul framework, con il supporto tecnico dell’Fmi e altre organizzazioni internazionali”, lo sviluppo di “linee guida indicative” da riferire ai ministri delle finanze e ai governatori centrali”. Arriva poi il via libera alle nuove regole sulle banche e la finanza messe a punto dal comitato di Basilea3 e dal Financial Stability Board (Fsb) presieduto dal governatore di Bankitalia, Mario Draghi. Nelle conclusioni del summit, i leader mondiali – in riferimento alle raccomandazioni dell’Fsb – hanno ribadito la necessità che nessuna istituzione finanziaria “dovrebbe essere troppo grande per fallire e che il contribuente non dovrebbe sostenere i costi dei fallimenti”.
Il G20 ha quindi concordato che le banche che hanno una rilevanza sistemica globale “dovrebbero essere soggette a un processo sostenuto di programmazione internazionale obbligatoria di salvataggio e soluzione delle crisi”. Per quel che riguarda il nuovo accordo di Basilea, nelle conclusioni si sottolinea come i nuovi standard di capitale e di liquidità delle banche aumentano “la robustezza del sistema bancario globale”. “I nuovi standard ridurranno significativamente l’incentivo delle banche ad assumere rischi eccessivi, diminuiranno la probabilità e la gravità di crisi future e creeranno un sistema bancario che potrà meglio sopportare, senza sostegni straordinari dei governi – gli stress della magnitudine della recente crisi finanziaria”.
Si è parlato anche di “una vigilanza più efficace”, con “mandati più forti e non ambigui, indipendenza di operato, risorse sufficienti e tutti gli strumenti e i poteri necessari per identificare e affrontare i rischi in modo pro-attivo, anche con stress test condotti su base regolare”.
I ministri delle finanze dei Paesi della Ue che siedono al tavolo del G20 hanno poi stilato una dichiarazione congiunta per rassicurare i mercati sulla situazione finanziaria in alcuni Paesi della zona euro, in particolare quella dell’Irlanda. I ministri sottolineando come già esiste un Fondo salva-Stati provvisorio e come si stia lavorando alla costituzione di un meccanismo permanente dalla metà del 2013.
L’economia globale “è di nuovo sul cammino della ripresa”, ma i risultati “non sono stati abbastanza veloci” e bisogna fare di più soprattutto per quanto riguarda il lavoro “che è la mia priorità”. È quanto ha detto Barack Obama al termine del vertice. Per il presidente americano l’incontro ha ottenuto risultati anche se “i commentatori amano mettere in luce le differenze tra i leader, forse perché altrimenti questi vertici non sarebbero interessanti”. (FRN)