Un piano strategico per acciuffare la ripresa, con un respiro adeguato e che stia dalla parte del lavoro. Lo ha auspicato Annamaria Furlan, segretario generale della Cisl, parlando al congresso dei metalmeccanici di via Po. Un piano capace di sconfiggere i troppi populismi che prosperano nel nostro paese, dice Furlan, che rappresentano un male assoluto perché hanno effetti immediati sulle condizioni di lavoro. Già nella sua relazione di apertura del congresso il segretario della Fim, Marco Bentivogli, aveva usato parole dure contro i populismi, affermando che vanno battuti perché mistificano i bisogni dei lavoratori per cogliere obiettivi che poco interessano al mondo rappresentato dai sindacati.
Furlan ha battuto un altro colpo duro contro queste mistificazioni. Il sindacato, ha detto, è una casa nella quale puoi coltivare un sogno e trovare il modo per realizzarlo. Tutto il contrario dei populismi che badano a tutt’altro. E ha fatto tre esempi tratti dalle cronache di questi giorni, proprio perché il suo discorso non restasse sul vago. Ha parlato delle vicende di Almaviva, Alitalia e dei voucher. Tre casi specifici nei quali l’arroganza e l’estraneità della politica o di sindacati di mestiere, non attenti alle esigenze di tutti i lavoratori, hanno portato al disastro. Ha ricordato come i lavoratori, prima dei referendum per Almaviva e Alitalia, fossero stati imbrogliati, male informati, e non per incuria, ma perché il disegno era quello del tanto peggio tanto meglio.
Allo stesso modo la segretaria generale della Cisl ha parlato contro l’idea del salario minimo per legge. Per questa strada, ha affermato, si arriva velocemente al reddito di cittadinanza, alla visione di un mondo dove pochi lavorano e per la gran parte degli altri c’è solo un sussidio. La Cisl respinge questa visione, vuole per tutti un reddito di lavoro vero, e per questo si impegna.
Furlan ha assicurato che si cercherà in tutti i modi di uscire dall’immobilismo che sembra imperare. Ma, ha chiarito, servono scelte, nostre e della politica, perché non si può stare sempre con tutti. Vogliamo il gasdotto, si è chiesta, o preferiamo salvare una ventina di ulivi nel Salento? Siamo per la Tav o solidarizziamo con chi attacca chi si sta impegnando in questi lavori?
Servono scelte ed è necessario che queste vengano effettuate tutti assieme, senza lasciare indietro nessuno, perché questo è il sale del sindacalismo confederale, stare assieme, unire gli sforzi. Grande sintonia con lo spirito del congresso della Fim che ha scelto come suo titolo “Aggiungi la tua voce, Add your voice. Ma la Furlan ha anche ricordato che in questo sforzo non si partirebbe da zero, perché già in questi anni si è fatto molto, cogliendo due risultati importanti con le vertenze per il welfare e per il via libera al rinnovo dei contratti del pubblico impiego. Questi ultimi, ha sottolineato, saranno importanti perché dopo otto anni di stop è necessario ridare ossigeno ai salari dei lavoratori, ma soprattutto saranno importanti perché consentiranno di far partire la riforma della pubblica amministrazione coinvolgendo i lavoratori.
Annamaria Furlan ha anche dato una risposta a un quesito molto discusso nel congresso dei metalmeccanici della Cisl, quello dell’accorpamento tra federazioni di categoria che era stato deciso all’ultimo congresso, nel caso specifico tra la Fim e la Femca, il sindacato di chimici, tessili e lavoratori dell’energia. Quell’accorpamento non c’è stato e la Fim ora lo rivendica. Rispondendo al segretario della Fim della Campania, Giuseppe Terracciano, che aveva chiesto più rigore nell’applicare le decisioni congressuali, la leader Cisl ha risposto anche a Marco Bentivogli, che nella sua relazione aveva sollevato con forza il problema, anche lui chiedendo più coerenza.
La segretaria della Cisl è stata chiara. Il progetto era interessante e lo è ancora, ha detto. Ma non era stato digerito dalla generalità degli iscritti e, dopo un paio di accorpamenti, il processo di è fermato. Può riprendere? Certamente sì, ma va ridiscusso, con un ampio coinvolgimento, che non si fermi ai vertici dirigenziali delle federazioni coinvolte. Vanno prese delle deliberazioni, va costruito un progetto di realizzazione che porti al risultato voluto. Dopo il congresso questo dibattito può ripartire. Insomma, per ora no a un nuovo accorpamento, domani si riprenderà il tema e saranno prese delle decisioni. L’orizzonte si allontana.
Massimo Mascini