Per il segretario generale della Cisl Annamaria Furlan, occorre riformare governance Rai non solo con la politica, ma anche con la partecipazione società civile, restringendo semmai “l’invadenza” del sistema partitico.
“Stiamo assistendo da parte del Governo e delle forze politiche a una sorta di gara sulle ipotesi – sottolinea Furlan – più o meno praticabili, di riforma della governance della Rai. Ma non può essere il Governo da solo, tantomeno i partiti a riformare la Rai, visto che in passato hanno delineato solo una azienda a loro immagine e somiglianza. Le esigenze di ristrutturazione e di gestione aziendale – spiega il segretario – devono trovare un equilibrio con il diritto all’informazione e la missione educativa affidata al servizio pubblico, attraverso anche la fiscalizzazione del canone per risolvere il problema dell’enorme evasione”.
Per il leader della Cisl, le ipotesi di riforma del servizio pubblico radiotelevisivo “devono tenere conto del contributo della società civile e di restrizione all’invadenza del sistema partitico, individuando una strada concreta per uscire dal criterio della lottizzazione della Rai”.
Per riuscire nell’intento, Furlan suggerisce di trovare sedi e strumenti per ridefinire meglio anche il ruolo dell’azionista pubblico e favorire attraverso il sistema duale la rappresentanza dei cittadini utenti, delle parti sociali e dei lavoratori della Rai. “Un’impostazione – spiega la sindacalista – che deve sollecitare la spoliticizzazione dell’azienda, garantendo il diritto di accesso alle molteplici realtà della società italiana e rispondendo all’esigenza di mettere i grandi temi del lavoro, dello sviluppo sostenibile, della scuola al centro della programmazione pubblica e dell`informazione radiotelevisiva”.
Su questi aspetti la Furlan si è detta disponibile al confronto con le istituzioni e alla definizione di un nuovo scenario, “in cui la Rai torni ad avere un ruolo centrale di formazione del cittadino e di sostegno alla qualità dell’informazione e della democrazia”.
E.G.