“Il fatto che la commissione europea abbia rivisto lievemente al rialzo la crescita italiana, smentendo anche gli ultimatum che erano circolati nei giorni scorsi nei confronti del nostro paese, è certamente un fatto positivo, ma non basta. Senza una riscrittura nei prossimi mesi dello Statuto economico europeo e la messa in soffitta del fiscal compact, saremo destinati ad una crescita molto modesta, inferiore a quella di altri paesi europei con una economia più solida”. Lo sottolinea la leader della Cisl, Annamaria Furlan, commentando le previsioni economiche pubblicate dalla commissione Ue.
“Noi ci aspettiamo che il Governo italiano possa portare in primavera una posizione chiara e forte al vertice di Roma per i sessant`anni della nascita della comunità europea – aggiunge – non è infatti con un decimale in più o in meno di flessibilità, o con una ennesima manovrina di correzione dei conti, che si può affrontare il tema dello sviluppo, di una migliore redistribuzione del reddito, ridurre la disoccupazione, favorire il lavoro stabile per i giovani o intervenire sul livello grave di diseguaglianze sociali cresciute nel nostro paese”.
Per Furlan, bisogna togliere i paletti rigidi a livello europeo che frenano la crescita e gli investimenti pubblici in infrastrutture materiali ed immateriali, innovazione, ricerca, formazione; inoltre, occorre la garanzia degli interventi straordinari per la ricostruzione delle aree terremotate e la messa in sicurezza del patrimonio urbanistico e culturale, come ha messo in luce oggi anche la Corte dei conti nella sua relazione di inizio d`anno. “Questa -conclude- è la vera svolta che la Cisl sollecita da tempo insieme con il sindacato europeo, rilanciando il progetto di una Europa politica e inclusiva che è oggi l`unica strada per arginare anche il populismo ed i nazionalismi striscianti che rischiano di spegnere il sogno europeo dei padri fondatori”.