A quasi otto mesi dall’intesa base, firmata il 31 maggio scorso, sindacati e Confindustria sono riusciti a intendersi anche sul regolamento attuativo che dovrà dare concretezza alle nuove norme sulla rappresentanza. Adesso manca solo di mettere a punto le tecnicalità (impegno non da poco) e poi le relazioni industriali italiane potranno entrare in una nuova era. Le cui parole chiave, spiega Anna Maria Furlan, saranno ‘’chiarezza, trasparenza, esigibilità”. La dirigente Cisl ha seguito tutta la lunga trattativa che portato alle due intese, ed e’ assolutamente soddisfatta del risultato: ‘’si conferma la volontà del sindacato confederale di certificare i propri iscritti –spiega in questa intervista al Diario del lavoro-. Inoltre, vengono definiti precisi percorsi di validazione dei contratti, sia nazionali che aziendali, e viene dato un forte ruolo sia alle Rsu che alle Rsa. La legittimazione degli accordi sarà chiara e inequivocabile, e questo comporterà altrettanta chiarezza nelle relazioni industriali: quando un contratto viene definito dalla maggioranza, e’ valido per tutti e immediatamente esigibile”.
L’accordo prevede sanzioni per chi trasgredisce: erano proprio indispensabili?
Certo, le ritengo un passaggio molto importante. Ci siamo dati regole e queste vanno rispettate: per cui, chi non le rispetta sarà sanzionato, che si tratti di imprese o di organizzazioni sindacali. Tutto questo determina un modo nuovo e più efficace di vivere le relazioni sindacali.
Le sanzioni sono però uno dei punti contestati dal segretario della Fiom Maurizio Landini, tanto che ha chiesto alla Cgil di ritirare la propria adesione all’intesa. Secondo Landini, c’e’ una lesione dei diritti base dei lavoratori.
Durante tutti gli incontri di questa lunga trattativa, Landini non mai detto una sola parola: mi stupisce che ora decida di parlare a cose fatte. In ogni caso, l’accordo non lede alcun diritto, dice con grande trasparenza che quando un contratto rappresenta la maggioranza, quel contratto e’ in vigore e valido. Sa, quel vecchio e saggio concetto per cui ‘’la maggioranza vince’’….
In effetti, nel paese delle eterne mediazioni e’ una novità abbastanza esplosiva.
Abbiamo dato un segnale di chiarezza e trasparenza su “chi rappresenta chi”: e questo dovrebbe essere un modello per tutto il paese, non solo per il sindacato.
Quando si passerà alla realizzazione concreta? In altre parole, quando entrerà davvero in funzione il nuovo sistema di rappresentanza?
Dopo l’intesa politica di maggio e il regolamento attuativo della scorsa settimana, manca ora solo la parte, diciamo così, tecnica: quella che dovrà stabilire il metodo di rilevazione dei dati, definire le medie ponderali, ecc. Abbiamo gia’ fatto un primo incontro tecnico con Inps e Cnel, cui spetterà questo compito. Stiamo lavorando a una convenzione con i due enti. Il tutto dovrebbe essere pronto entro la fine del 2014, e dal 2015 partirà il nuovo sistema.
La rilevazione dei dati e la loro gestione comporterà lavoro e costi aggiuntivi? E nel caso, a carico di chi saranno queste spese?
Se ci saranno costi li valuteremo e li definiremo nella convenzione. Comunque, si rassicuri: ogni compito supplementare che abbiamo chiesto all’Inps lo abbiamo sempre retribuito profumatamente, e non dubiti che sarà cosi anche questa volta.
Vi aspettate sorprese dai nuovi conteggi degli iscritti?
Noi di certo no: la Cisl da tempo ha la propria anagrafe degli iscritti, ogni tessera ha un nome, un cognome e un posto di lavoro. Questo vale sia per gli attivi che per i pensionati. Siamo assolutamente trasparenti. E quindi no, non ci sara’ nessuna sorpresa per quanto ci concerne.
Che ne pensa di una legge sulla rappresentanza?
La definisco in due parole: inutile e impropria. I rapporti tra le parti sociali si regolano tra le parti sociali. Avviene così in tutta Europa, non vedo perché da noi dovrebbe funzionare diversamente. Oltretutto, e a parte ciò, credo che la politica e il parlamento abbiano già parecchie cose di cui occuparsi, molte riforme veramente urgenti da realizzare. Sulla rappresentanza lascino che le parti sociali se la vedano da sole: come abbiamo dimostrato, sappiamo farlo benissimo, meglio della politica.
A proposito di politica, cosa pensa del job act di Matteo Renzi?
Renzi ha l’indiscutibile pregio di aver costretto tutte le forze politiche a parlare finalmente di lavoro. Una cosa che non era mai avvenuta in questi anni: malgrado la crisi stesse devastando il paese, le famiglie, il lavoro, malgrado la recessione, in questi anni la politica ha sempre parlato d’altro. Quindi, ben venga Renzi che col suo Job Act ha suonato la sveglia.
E nel merito? C’e’ qualche provvedimento in particolare che apprezza e condivide?
Apprezzo innanzi tutto che il piano metta al centro la disoccupazione dei giovani, e si sforzi di individuare proposte concrete per risolvere la precarietà. Inoltre, trovo sacrosanto puntare alla riduzione dei costi dell’energia sulle imprese, che in Italia pesa almeno il 30% in più rispetto agli altri paesi europei.
Quindi nel complesso un giudizio totalmente positivo?
Come ho detto, e’ un grandissimo merito di Renzi aver costretto tutti gli schieramenti ad affrontare il tema lavoro. Ora però l’importante e’ che la questione non si trasformi in una nuova arena per il solito scontro politico.
Nunzia Penelope