Per il segretario generale della Cisl Annamaria Furlan, il discorso del presidente del Consiglio Paolo Gentiloni è stato di grande responsabilità e di alto profilo istituzionale, ma anche di chiarezza sul piano programmatico e politico. “Naturalmente – prosegue Furlan – il sindacato giudicherà l’impegno del Governo alla prova dei fatti, come abbiamo sempre fatto”.
“E’ importante che il Presidente Gentiloni abbia ribadito oggi l’impegno del Governo su Casa Italia e per la ricostruzione delle zone colpite dal terremoto dalla cui qualità dipende la qualità del futuro di una parte rilevante del territorio dell’Italia centrale. Così come e’ significativa la conferma delle politiche di accoglienza del nostro paese sui migranti e sui profughi, con la sollecitazione forte all’Europa di cambiare passo, adottando una vera politica di integrazione, nella solidarieta’ e nello spirito della costruzione degli Stati Uniti d’Europa”.
La segretario generale della Cisl rileva tuttavia che “e’ sui temi della crescita economica, dell’occupazione, delle politiche per il Mezzogiorno e del contrasto alla poverta’ ed alle diseguaglianze sociali che il Governo Gentiloni sara’ chiamato ad una prova di responsabilita’ sia sul piano nazionale che europeo.
Ha ragione il presidente Gentiloni: dobbiamo fare molto di piu’ sul Mezzogiorno. La decisione di formare un Ministero ad hoc sul Mezzogiorno puo’ dare una spinta forte per la crescita complessiva della nostra economia se ci saranno investimenti produttivi e trasparenti in innovazione, ricerca, infrastrutture.
Per questo, secondo Furlan, è fondamentale per la Cisl continuare sulla strada del dialogo e del confronto tra il Governo ed il sindacato, “a partire dal completamento dell’accordo sulla previdenza e dando il via subito ai rinnovi dei contratti pubblici, sulla base dell’intesa siglata due settimane fa con il sindacato, in modo da aprire una nuova fase nella pubblica amministrazione”.
Infine, il segretario generale della Cisl sottolinea come il paese abbia bisogno di risposte concrete “ma per uscire dalla crisi bisogna farlo tutti insieme, concorrere al raggiungimento degli stessi obiettivi in una logica di coesione sociale e di partecipazione dei corpi sociali e dei lavoratori alle scelte economiche e sociali”.