“Tutti ci auguriamo che il confronto che si è aperto tra il Governo con l’Europa sia positivo ed il calo dello spread è dovuto a questo. Ma non c’è da essere tranquilli. Il presidente del consiglio Conte dovrebbe ascoltare anche le proposte del sindacato. È l’unico presidente del consiglio che non ha mai incontrato Cgil,Cisl, Uil e le altre parti sociali sulla manovra”.
Lo ha detto oggi a Sesto San Giovanni la Segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, a margine dell’Assemblea unitaria dei sindacati della scuola, università e ricerca delle regioni del nord Italia. “Credo che sia da parte del Governo un grave errore non riconoscere una rappresentanza sociale così importante e diffusa nel nostro paese. Stiamo consultando i lavoratori e le lavoratrici in tante assemblee, confrontandoci con la nostra base di rappresentanza sulle proposte che abbiamo presentato sulla legge di bilancio. Innanzitutto chiediamo più risorse per l’economia reale, piu’ per investimenti pubblici per la crescita e lo sviluppo. Gli investimenti in infrastrutture, ricerca, formazione, innovazione sono infatti la vera carta da giocare se vogliamo che il paese torni a crescere davvero. Oggi qui a Milano con gli amici della scuola, dell’università e della ricerca ci troviamo a discutere di questo: quanto la formazione sia indispensabile per i giovani, per le lavoratrici ed i lavoratori ma anche per il futuro delle nostre imprese. Avere ridotto nella manovra le risorse per impresa 4.0 ed in modo particolare per la formazione è un errore enorme, pessimo che va rimediato. Noi non vogliamo un futuro di disoccupati a causa della digitalizzazione ma lavoratori e lavoratrici che attraverso la formazione possano adeguarsi tranquillamente al cambiamento.
Vogliamo che ogni lavoratore e ogni lavoratrice, attraverso percorsi formativi, siamo pronti al cambiamento e protagonisti nelle imprese” , aggiunge Furlan. “Una delle carenza della manovra riguarda proprio la scuola, che invece e’ il primo anello da rafforzare. Vengono meno gli investimenti ed il protagonismo della scuola, dell’Università e della ricerca, tutte leve che vanno invece incentivate e rafforzate”