La riforma delle pensioni “è già stata fatta, ma necessità di tempi più accelerati”. A dirlo è il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, confermando che il governo intende velocizzare la “transizione” prevista per il sistema previdenziale per poi raggiungere la piena sostenibilità nel lungo periodo.
Il pacchetto organico di misure messe a punto dal ministro prevede il contributivo per tutti nella forma pro rata, il superamento delle pensioni di anzianità possibilmente attraverso un sistema flessibile di uscite con una forbice 63-70 anni, l’anticipo al 2012 del meccanismo sull’aggancio alla speranza di vita e, infine, l’anticipo dell’aumento dell’età di vecchiaia delle donne del settore privato. Gli ultimi due provvedimenti potrebbero scattare con il decreto sulla manovra correttiva.
L’intervento del ministro è stato apprezzato dai sindacati, purché al rigore si affianchi il recupero dell’equità sociale. In particolare Cgil, Cisl, Uil e Ugl si augurano che gli ulteriori interventi sulla previdenza non saranno orientati né a fare cassa, né ad appesantire ulteriormente la situazione dei lavoratori, che sono i più colpiti dalla crisi e gli unici a pagare le manovre fin qui effettuate.
Prima però di parlare di interventi sulle pensioni di anzianità, ha commentato il leader della Cisl, Raffaele Bonanni, bisognerebbe affrontare due questioni: in primo luogo occorre rendere obbligatoria la previdenza integrativa per i giovani, detassando sensibilmente i fondi come avviene in altri paesi; poi armonizzare i contributi e i trattamenti previdenziali tra tutte quelle categorie che conservano ancora privilegi anacronistici sul piano pensionistico. L’equità sociale rimane per la Cisl una questione dirimente.
Anche per la Cgil il vero tema da affrontare riguarda i giovani, le donne e tutti coloro che, per effetto della precarizzazione del mercato del lavoro, hanno carriere contributive talmente discontinue e povere da prefigurare un futuro pensionistico inaccettabile per i forti costi sociali che comporterebbe”. C’è poi, sottolinea Vera Lamonica della segreteria nazionale, il problema degli ultra cinquantacinquenni che, per effetto della crisi, vengono espulsi dal lavoro e, come sta accadendo per i lavoratori in mobilità, si ritrovano senza lavoro e senza alcun altro reddito.
Per la Uil è prioritaria “l’eliminazione di privilegi che ancora abbondano” e “l’introduzione di un nuovo sistema di totalizzazione che permetta di non disperdere neanche un giorno di contribuzione, soprattutto per i giovani che hanno carriere lavorative discontinue”. “Bisogna pensare a un rilancio forte della previdenza complementare, ha dichiarato il segretario confederale Domenico Proietti, migliorandone la fiscalità di vantaggio che va estesa anche ai lavoratori del settore pubblico”.
Va bene anche all’Ugl una riforma del sistema previdenziale, purché sia “seria, equa e definitiva”. Il segretario generale, Giovanni Centrella, chiede al nuovo governo di coinvolgere realmente le parti sociali nel processo di accelerazione della riforma.
Francesca Romana Nesci