La riforma delle pensioni sarà annunciata verosimilmente entro pochi giorni e sarà improntata sulla flexicurity (flessibilità e sicurezza) e sul rispetto del criterio di equità tra le generazioni. Lo ha detto il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, parlando durante una deliberazione pubblica del Consiglio Ue dedicato alle questioni sociali in corso a Bruxelles. “Abbiamo ben chiari i difetti del nostro mercato del lavoro, il suo dualismo e i principi di flexicurity che dovrebbero ispirare la riforma”, ha aggiunto Fornero.
Una delle misure della riforma delle pensioni che il governo sta mettendo a punto è il “metodo contributivo pro rata per tutti, anche per quelli che finora si sono tirati fuori”, ha detto il ministro che ha anche dato la “disponibilità a incontrare le parti sociali prima del 5” dicembre, aggiungendo però che dipende “dal premier e dai vincoli di tempo”.
Dalla prossima settimana il governo, ha continuato, si metterà “all’opera per migliorare il funzionamento del mercato del lavoro in un’ottica di più opportunità per tutti, e per i giovani e le donne in particolare”. Il ministro ha poi affermato di voler introdurre un reddito minimo garantito, che però “va congegnato e inserito in un pacchetto più ampio” di misure. Fornero ha però precisato che “si tratta di mie preferenze personali” e non del governo.
A suo giudizio comunque è “molto complicato” agire per decreto su materie come le pensioni e il mercato del lavoro.
La Cgil ribadisce la sua contrarietà a provvedimenti “inaccettabili” che colpiscono solo “le fasce più deboli” e impoverite, e torna a ribadire che “i privilegiati non sono i lavoratori che hanno iniziato a 15/16 anni e che hanno maturato i 40 anni, ma altri”. Ma anche dalla Cisl arriva uno stop all’esecutivo: bisogna “trovare soluzioni che garantiscano coloro che non hanno mai avuto garanzie” e che “facciano distinzione fra lavoratori e lavoratori” anche perché, in seguito alle riforme precedenti, “non si è mai avuto il tempo di riequilibrare le pensioni”.
Anche la Uil non comprende come “sia anche solo ipotizzabile bloccare la rivalutazione delle pensioni nei prossimi anni”, sarebbe “una profonda ingiustizia”. (FRN)