Il segretario della Uil, Antonio Foccillo, in questa intervista al Diario, esprime le preoccupazioni rispetto all’approvazione del Dpcm che stanzia le prime risorse per il rinnovo dei contratti pubblici e rinvia il resto ad altri strumenti. Il rischio, spiega, è dover aspettare ancora a lungo per avviare le trattative sul rinnovo del contratto, nonostante l’accordo dello scorso trenta novembre.
Foccillo, quali sono le novità rispetto al Testo Unico?
Il Governo ha redatto il Dpcm per stabilire le parti economiche che vanno a contratto. Siamo molto preoccupati delle risorse stanziate, perché le cifre sono insufficienti, infatti, stamane la stessa Ministra della Funzione Pubblica ha sostenuto che siano “poco meno” della metà di quanto necessario ad un incremento contrattuale medio “non inferiore” a 85 euro. Una ripartizione così come operata nel Dpcm, più che essere prevalentemente destinata ai contratti, sembra che rimandi tutto alla prossima legge di Stabilità del 2018. Noi, invece, chiediamo che queste cifre vengano programmate nel Def in modo da poter avviare al più presto la contrattazione.
Se la seconda parte delle risorse verranno stanziate nella Legge di stabilità, questo vuol dire che la contrattazione vera e propria slitterà ancora di un anno?
Il governo deve fare di tutto per avviare velocemente la contrattazione perché è ferma da 8 anni. C’è una sentenza della Cassazione che dichiara questo blocco dal luglio del 2015 anticostituzionale. Siamo a marzo del 2017 e ancora non sono state avviate le trattative per i rinnovi. Non è possibile aspettare ulteriormente.
Siete comunque soddisfatti degli 85 euro di aumento previsti?
Il 30 novembre avevamo concordato con il Governo che l’aumento doveva essere minimo di 85 euro. Il Testo Unico prevede 85 euro, che è poi in linea con gli aumenti quello nell’industria, ma non basta. Come avevamo concordato, bisogna che il contratto abbia altri contenuti a partire dalla defiscalizzazione del salario di produttività al welfare contrattuale e, sbloccare la contrattazione di secondo livello.
Sono previsti degli incontri con il governo nelle prossime settimane?
Il ministro della Pubblica Amministrazione, Marianna Madia per il momento ha negato altri incontri sul Testo Unico, ma dato che deve essere approvato entro 90 giorni dalle Commissioni di Camera e Sanato, abbiamo già chiesto un’audizione alle commissioni del Senato e della Camera, e vogliamo proseguire il confronto con il governo, per poter effettuare le modifiche necessarie nel rispetto dell’accordo dello scorso 30 novembre.
Cosa pensano i lavoratori della pubblica amministrazione rispetto a queste evoluzione?
I lavoratori sono stati prontamente informati sia sugli accordi precedenti che sull’iter in corso del Testo unico. Nel frattempo stiamo facendo gli approfondimenti necessari per potenziare quegli istituti che andranno a sostanziare anche la parte retributiva del contratto. Come dicevo prima, pensiamo al welfare aziendale, alla contrattazione di secondo livello e soprattutto alla defiscalizzazione della produttività.
Alessia Pontoriero