Per i sindacati di categoria Flai Cgil, Fai Cisl, e Uila, è necessaria una riforma del mercato del lavoro agricolo “che riesca a sconfiggere il lavoro nero e il caporalato”. Le organizzazioni sindacali hanno presentato una proposta unitaria per creare una “Rete telematica del lavoro in agricoltura”, per monitorare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro e per permettere al lavoratore di trovare un lavoro regolare, “basato sul rispetto dei contratti collettivi”.
La “Rete”, nelle intenzioni dei sindacati, dovrebbe essere costituita dalle stesse organizzazioni sindacali e da quelle datoriali, d’intesa con l’Inps che metterebbe a disposizione la propria tecnologia informatica e le sue banche dati. Alla “Rete” aderirebbero, attraverso apposite convenzioni, istituzioni locali, centri per l’impiego ed enti bilaterali.
“I lavoratori extra-comunitari impiegati in modo illegale, spiegano i sindacati di categoria, potranno presentare denuncia alla “Rete” (che la raccoglierà e la trasmetterà alle autorità competenti), iscrivendosi ad essa e richiedere un permesso di soggiorno provvisorio”. Ai datori di lavoro che assumono manodopera attraverso la Rete è riconosciuto un credito d’imposta per ogni giornata lavorativa dichiarata.
Il neo ministro dell’Agricoltura, Maurizio Martina, ha espresso, secondo quanto si legge nel comunicato stampa delle tre organizzazioni, “interesse al progetto di riforma e la disponibilità a un confronto di merito”.