“La fase di recessione che il nostro Paese sta attraversando e la crisi dei mercati e dei consumi rischiano di alimentare nuove sacche di lavoro nero e irregolare soprattutto nelle attività a carattere stagionale come sono quelle del settore turistico”. L’alert è della Fisascat, la federazione della Cisl rappresentativa dei lavoratori del terziario,commercio, turismo e servizi, all’approssimarsi della stagione estiva.
“Il lavoro stagionale, proprio per le caratteristiche di temporaneità, rischia di fare ancora più gioco alla illegalità – sottolinea la segreteria nazionale Fisascat – Gli stessi lavoratori, che non dimentichiamo sono i soggetti deboli della catena, si trovano costretti per necessità ad accettare un rapporto di lavoro in una situazione di vero e proprio dumping contrattuale oltre il limite delle norme di tutela della flessibilità”.
“Per fronteggiare quella che è la prima piaga sociale della nostra società, cioè il lavoro nero e sommerso che coinvolge purtroppo i lavoratori italiani ma anche i lavoratori comunitari ed extracomunitari, è necessario dapprima che le istituzioni del settore, i ministeri del Turismo, del Lavoro e il Governo, assumano delle iniziative di sostegno alle imprese ad esempio favorendo il contratto di apprendistato, che nel turismo è esteso anche alle stesse attività stagionali, con l’aumento degli sgravi sulla contribuzione – suggerisce la Fisascat – E’ impensabile che in un momento di grave crisi economica ad avere la peggio siano i lavoratori che devono rinunciare a dei diritti faticosamente conquistati attraverso la contrattazione. E’ inoltre utile rammentare che non può essere sospeso da parte delle imprese il principio della responsabilità sociale”.
“Compito dello Stato è anche quello di intensificare i controlli e di estenderli alle aziende del settore del turismo per evitare anche la crescita esponenziale dell’evasione fiscale che spesso e volentieri è sinonimo di evasione contributiva – conclude la segreteria nazionale della Fisascat – Adottare dei meccanismi di tutela del lavoro nel rispetto dei contratti nazionali e di secondo livello potrà anche evitare l’insorgere di conflitti sociali”.