Acquistato nel 2011 dalla multinazionale spagnola Campofrio Group, ora lo storico salumificio della Fiorucci a Pomezia si prepara a disfarsi di 250 operai, impiegati e quadri. Lo rendono noto le segreterie territoriali di Fai, Flai e Uila, che venerdì scorso hanno ricevuto dall’azienda l’avvio della procedura di licenziamento collettivo in base alla legge 223 del 1991.
I sindacati nel loro comunicato scrivono di essere rimasti “esterrefatti per quanto si preannuncia nel piano aziendale”, perché la Fiorucci avrebbe intenzione “di chiudere alcuni reparti come quello dei prosciutti crudi, di portare fuori l’affettatura dei crudi stagionati, di esternalizzare parte della manutenzione e delle bilancette”, di licenziare parte dei dipendenti “per l’accorpamento di alcuni reparti, di ridurre drasticamente l’assicurazione qualità e lo sviluppo dei prodotti”: un piano che le organizzazioni sindacali non possono condividere.
I sindacalisti – Gianfranco Moranti di Flai Cgil, Stefano Passamonti e Massimo Persiani di Fai Cisl e Uila Uil – propongono invece che siano utilizzati strumenti alternativi “idonei alla salvaguardia della competitività aziendale, delle produzioni e, quindi, dei livelli occupazionali”. Le tre confederazioni territoriali hanno chiesto un incontro all’azienda per svolgere l’esame congiunto del piano previsto dalla legge. Dopo questo appuntamento, annunciano i sindacalisti, “verrà indetta un’assemblea generale per decidere insieme ai dipendenti come affrontare tale grave situazione”.