L’accordo in Regione Piemonte, che cambia la causale della cassa integrazione per gli operai Fiat di Mirafiori che muta da ristrutturazione in riorganizzazione non e’ stato siglato dalla Fiom.
I metalmeccanici della Cgil non hanno firmato “per non legittimare a posteriori i mancati investimenti per i nuovi prodotti a Mirafiori, dovuti – a detta della Fiom – non solo alle condizioni di mercato ma alle scelte industriali che hanno portato la Fiat a localizzare altrove i modelli inizialmente previsti per il sito torinese”.
La decisione da parte del Lingotto di cambiare la causale della cassa integrazione gia’ in atto, fino a settembre 2013, e che la Fiom-Cgil a suo tempo aveva sottoscritto, da ‘ristrutturazione’ a ‘riorganizzazione’, e’ stata definita da Federico Bellono, segretario torinese del sindacato, come “inaccettabile”, “perche’ non fa che confermare l’incertezza sul futuro di Mirafiori, impianto per il quale da anni non sono previsti nuovi prodotti”.
Secondo Bellono: “Il cambio di causale della cassa integrazione non e’ un semplice fatto burocratico ma e’ una legittimazione a posteriori delle scelte dell’azienda e per questo chiediamo formalmente che si apra un confronto al ministero del Lavoro”, che autorizza la cassa integrazione.
“Inoltre, rimane la preoccupazione sul fatto che l’ipotizzato polo torinese del lusso, che oltre a Mirafiori comprende le produzioni avviate nello stabilimento Maserati di Grugliasco (ex Bertone), possa assorbire tutti i lavoratori torinesi dell’auto” ha concluso Bellono.