Il Governo interviene con un taglio del 10% sui contratti di solidarietà, così come previsto nella Legge di Stabilità. Il contratto di solidarietà prevede per legge una retribuzione pari al 60% dello stipendio. Finora grazie all’intervento statale del 20% (che andrebbe però dimezzato sulla base delle nuove indicazioni contenute nella legge di Stabilità) si poteva arrivare all’80% dello stipendio normale di ogni singolo lavoratore. Con l’integrazione regionale, secondo lo schema previsto dalla legge approvata a dicembre in Regione Lombardia, con la creazione di un apposito fondo fino a 5 milioni di euro, si sarebbe garantita una maggiore copertura e incentivate le imprese a una diffusione più capillare dello strumento. Sul punto interviene vigorosamente il segretario generale della Fiom Cgil Lombardia Mirco Rota, secondo cui la decisione è da rivedere e bisogna sostenere con forza un ammortizzatore sociale che tuteli i posti di lavoro. Rota sostiene che:”di fronte all’intensificarsi e al protrarsi della crisi, il Governo, anziché sostenere uno strumento importante ed efficace come il contratto di solidarietà, che riduce l’orario di lavoro ed è alternativo ai licenziamenti, tenti di adottare operazioni risparmio inefficaci e che hanno conseguenze drammatiche per chi vive una situazione di forte disagio nel mondo del lavoro con conseguente aumento della disoccupazione. Non è questa la strada da imboccare se si vuole tutelare la coesione sociale e risolvere la crisi”.
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