La Fiom guarda con pessimismo e preoccupazione al nuovo piano Fiat, allontanando l’ipotesi di una firma unitaria in tempi brevi.
“Siamo in una fase in cui si tratta di capire se Fiat vuole o meno negoziare. Sembrerebbe più che altro che Fiat proponga un nuovo contratto nazionale, dal momento che il piano presentato va a toccare tutti gli aspetti più importanti tutelati dal ccnl, dai turni alle assenze, dalle malattie agli straordinari in deroga al contratto”. Così il leader della Fiom, Gianni Rinaldini, commenta il piano Fiat nel corso di una conferenza stampa. “Si tratta di negoziare, ha detto, e non ci si può muovere sul terreno del prendere o lasciare”, perché questo a suo giudizio andrebbe ad annullare il lavoro del sindacato. Per la Fiom è indispensabile costruire insieme all’azienda un percorso di confronto sull’organizzazione del lavoro, anche coinvolgendo esperti esterni sia del sindacato che dell’azienda, per riportare al centro dell’attenzione la condizione del lavoratore, dal momento che, ha detto il sindacalista, “negli anni si è assistito a un peggioramento della condizione del lavoratore, oltre che dell’aumento della disoccupazione”.
Per comprendere l’impatto dell’organizzazione del lavoro sulla salute dei lavoratori la Fiom ha intrapreso un’indagine, in collaborazione con il patronato Inca Cgil, sul distretto metalmeccanico Potenza-Melfi. Il progetto mira a far emergere le malattie professionali nascoste, al fine di mostrare l’inefficienza della metodologia applicata dalla Fiat per prevenire i rischi sul posto di lavoro. Secondo la Fiom infatti questo sistema non solo risulterebbe non essere certificato dalle normative obbligatorie previste per legge, ma sembrerebbe fornire in realtà solo una prima stima dei rischi cui sono esposti i lavoratori.
Nello specifico il progetto parte da una prima fase di monitoraggio, effettuata nel corso della stagione 2009-2010, delle condizioni di salute dei lavoratori del distretto metalmeccanico di Potenza-Melfi. Sono stati elaborati, distribuiti, recuperati e analizzati questionari specifici per i principali rischi cui i lavoratori sono esposti e sulla base delle risposte sono stati organizzati colloqui e visite mediche. Degli oltre 2.000 questionari consegnati, ne sono sati restituiti 353 e selezionati 280. Tra i selezionati sono stati convocati 105 lavoratori, 90 dei quali sono venuti a visita e a colloquio. Su 90 visitati 43 sono risultati positivi alla presenza di malattie professionali. Secondo i dati dell’Inail nella provincia di Potenza si erano verificati solo 14 casi di denunce per malattie professionali. Una fotografia della realtà che, secondo i metalmeccanici e il patronato della Cgil, risulta essere “assolutamente falsa”.
Da questo, sottolinea l’Inca, emerge una grave mancanza del sistema sanitario nazionale e del sistema medico aziendale, che secondo l’articolo 139 del testo unico in materia di sicurezza e salute sul lavoro, sarebbero obbligati a segnalare al sistema di prevenzione le malattie in questione. Secondo l’indagine condotta mancano queste segnalazioni e in molti casi è proprio il medico di famiglia che sconsiglia al lavoratore di denunciare l’azienda, per paura che questo sia giudicato inidoneo a svolgere la mansione richiesta e per questo licenziato.
Per questo la Fiom, che ribadisce di non avere posizioni basate su pregiudizi ideologici, ma consapevole dell’elevata diffusione di queste patologie negli stabilimenti Fiat, pretende garanzie precise rispetto alla tutela della salute e delle condizioni di lavoro.
“Sinora ci sono stati incontri esplorativi”, ha concluso Rinaldini riguardo ai tavoli separati della scorsa settimana; “oggi c’è la riunione dei delegati, domani e dopodomani le assemblee dei lavoratori”, poi si attende la nuova convocazione della Fiat che dovrebbe essere unitaria.
Francesca Romana Nesci