Nessuna risposta concreta alle richieste delle parti sociali sulla situazione di crisi che sta attraversando il settore della cantieristica navale. Oggi al ministero dello Sviluppo economico si è svolto un importante incontro di trattativa, l’unica avviata dal governo su un intero settore, alla quale hanno partecipato il ministro Romani e i rappresentanti delle imprese e dei sindacati, oltre che sindaci e rappresentanti delle Regioni dei principali cantieri navali.
Il ministro ha confermato gli impegni già precedentemente assunti dall’ex ministro Scajola, promettendo 120 milioni di euro per i pattugliatori e una prima tranche di 20 milioni di euro per le navi multiruolo. Sull’eventuale commessa governativa di carceri galleggianti il ministro ha sottolineato la disponibilità economica dei ministeri di Giustizia ed Economia, spiegando però che ci sono ancora perplessità sul merito del progetto.
Per i sindacati la presenza del ministro non ha portato valore aggiunto, dal momento che le commesse di cui ha bisogno il settore della cantieristica sembrano ancora lontane dal concretizzarsi.
La situazione per i lavoratori è sempre più drammatica: sono circa 9 mila i dipendenti diretti e il doppio nell’indotto, distribuiti lungo tutta la penisola, da Sestri Levante, a Riva Trigoso, da Castellammare di Stabia a Palermo, fino ad Ancona e Marghera, a rischiare il posto di lavoro.
I sindacati chiedono al governo, unico proprietario e principale committente, un impegno concreto e immediato. Non bastano le commesse, occorrono investimenti per modernizzare i cantieri, a partire da Castellammare e Palermo. Fim, Fiom e Uilm per questo chiedono al governo finanziamenti in ricerca e sviluppo e insieme all’esecutivo presenteranno una proposta alla Commissione europea per eco incentivi a favore della rottamazione dei traghetti, il 40% dei quali in Italia ha più di trent’anni.
I sindacati dei metalmeccanici hanno poi chiesto a Fincantieri di ridistribuire i carichi tra i siti produttivi, intervento di assemblaggio che garantirebbe tempi più veloci di risposta alla domanda. Le parti sociali hanno deciso di incontrarsi per discutere di questo entro metà novembre, prima del prossimo incontro al ministero dello Sviluppo economico.
Insoddisfatta la Fim che chiede concretezza almeno sulle commesse.
“Bisogna intervenire al più presto, dice il segretario nazionale Emilio Lonati, soprattutto perché a fine hanno scadrà anche la cassa in deroga per tutti i lavoratori dell’indotto”.
Per quanto riguarda le promesse economiche dell’esecutivo pari a 150 milioni di euro, Lonati sottolinea che alla sola Fincantieri sarebbero necessarie commesse del valore superiore ai 3 miliardi di euro.
Anche l’Ugl esprime la sua insoddisfazione per la mancanza di risposte concrete da parte del governo, ma sopratutto da parte di Fincantieri. Il vice segretario nazionale Laura De Rosa chiede l’intervento di Palazzo Chigi per affrontare la crisi del comparto in tutta la sua complessità. A suo avviso, sono necessari interventi strutturali “che non si limitino a tamponare l’emergenza, ma gettino le basi per un rilancio duraturo della cantieristica navale”.
Francesca Romana Nesci