Le organizzazioni sindacali firmatarie degli accordi di Pomigliano, a seguito della sentenza del tribunale di Roma del 21 giugno scorso, scrivono in una nota congiunta che “la tutela occupazionale per tutti i dipendenti Fiat Group Automobiles dello stabilimento Giambattista Vico, senza alcuna discriminazione, è contenuta nell’accordo del 15 giugno 2010, fortemente osteggiato dalla Fiom-Cgil, e nel quale si prevede la progressiva riassunzione di tutti gli addetti di Pomigliano”. “L’investimento – si legge – fu reso poi operativo dal successivo incontro del 9 luglio 2010, quando i sindacati firmatari sottoscrissero l’impegno a comportamenti coerenti all’applicazione dell’accordo stesso”.
“Persistendo – dicono – la negativa congiuntura del mercato dell’auto stiamo assistendo piuttosto ad un ritardo nel raggiungimento dell’obiettivo dell’accordo stesso, che prevede la piena rioccupazione entro giugno 2013 al termine della CIGS. Riteniamo sia indispensabile orientare gli sforzi di tutti per realizzare quest’importante obiettivo di salvaguardia dell’occupazione e di sviluppo dello stabilimento di Pomigliano”.
“La sentenza del Tribunale di Roma – proseguono – apre ora una seria e grave questione in quanto l’applicazione della sentenza, intervenendo in una fase intermedia del processo di rilancio dello stabilimento e utilizzando un calcolo di probabilità matematiche per definire il giudizio, sarebbe di fatto discriminatoria verso tutti i lavoratori, non iscritti o iscritti ad altre organizzazioni sindacali, oggi ancora in cassa integrazione con FGA”.
“Rimangono ancora – scrivono – circa 1400 dipendenti FGA in CIGS e il fatto di creare una corsia preferenziale per 145 lavoratori possessori di una tessera sindacale Fiom, costituirebbe un discutibilissimo precedente di discriminazione verso tutti i lavoratori. Tra l’altro a noi risulta che, come si legge d’altronde nella sentenza, un certo numero di iscritti Fiom sono stati già coinvolti nella riassunzione”.
“Pertanto a fronte della situazione determinatasi a seguito della sentenza del tribunale di Roma – conclude la nota – daremo mandato ai propri uffici legali allo scopo di verificare un’ipotesi di intervento nel prosieguo della vicenda e coinvolgeremo le strutture sul territorio allo scopo di attivare iniziative volte ad impedire atti discriminatori nei confronti di tutti i lavoratori, iscritti e non iscritti alle altre organizzazione”. (LF)
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