Un bollettino di guerra. Se non vivessimo in un contesto internazionale sempre più drammatico, con due conflitti armati a poco più di un paio di ore di volo dal nostro Paese, verrebbe naturale usare questa metafora per parlare dei contenuti della conferenza stampa che la Fim-Cisl ha tenuto oggi a Roma, presentando i dati relativi all’attuale situazione produttiva degli stabilimenti italiani del gruppo Stellantis. Ma siccome ci troviamo nel contesto sopra richiamato, sarà meglio ricorrere a un linguaggio meno retorico, citando esattamente le parole che sono state pronunciate oggi da Ferdinando Uliano, il nuovo Segretario generale del sindacato dei metalmeccanici Cisl.
Per illustrare i livelli produttivi raggiunti nei citati stabilimenti nel primo trimestre del corrente anno 2024, paragonati con quelli avutisi nello stesso periodo del 2023, Uliano ha parlato dunque di una “flessione significativa”, pari a un -9,8%. Un dato non solo negativo in sé, ma che colpisce l’attenzione degli osservatori perché, come è scritto nella ricerca realizzata dalla Fim, dopo “due anni di crescita” ci si trova adesso di fronte a “un’inversione di tendenza”.
“Nello specifico – si può leggere ancora nella citata ricerca – nel primo trimestre del 2024 sono state prodotte, tra autovetture e furgoni commerciali, 170.415 unità, contro le 188.910 del 2023.” Andando ancor più in dettaglio, “la produzione di autovetture segna un -23,8%”, pari a 105.255 auto in meno, mentre il dato relativo ai “veicoli commerciali” segna “una crescita del 28,5%,”. Il che significa, in pratica, qualcosa come 14.460 veicoli commerciali in più.
Quando, dal quadro generale, si passi ai singoli stabilimenti italiani di Stellantis, non ci si stupirà se si potrà riscontrare che nello stabilimento di Atessa (Chieti), quello dedicato, appunto, alla produzione di furgoni, è stato ottenuto un risultato nettamente positivo. Qui, infatti, nel 1° trimestre del corrente anno si è avuta una crescita pari al +28,5% rispetto allo stesso periodo del 2023.
Per ciò che riguarda le autovetture, invece, “l’unico stabilimento di assemblaggio di auto” che sia cresciuto in termini di volumi, “contribuendo a ridimensionare il dato negativo rilevato”, nell’insieme del Gruppo, rispetto appunto alla produzione di auto, è quello relativo allo stabilimento di Pomigliano d’Arco (Napoli). Qui le cose erano già andate bene nel corso dell’intero 2023, con “un aumento del +30,3% rispetto al 2022”. Ebbene, nel 1° trimestre 2024, si è avuta “un’ulteriore crescita del +26%” rispetto allo stesso periodo del 2023. Crescita dovuta alla “salita produttiva della Panda che raggiunge, nel 1° trimestre del 2024, le 44.000 unità rispetto alle 30.300 del 2023 (+45%)”.
Ma con questo finiscono i dati positivi. Perché, se si passa a guardare ciò che è accaduto al polo produttivo di Torino, si vedrà che qui “i volumi produttivi misurati nel 1° trimestre 2024 sono pari a 12.680 unità, rispetto alle 25.900 rilevate nel 2023”. In pratica, ci troviamo di fronte a un calo verticale, pari, addirittura, a un -51%.
Rispetto al polo torinese, scrive ancora la Fim, la situazione “è in continuo peggioramento”. In particolare, “una flessione di mercato, determinatasi già dall’ultimo trimestre 2023, ha impattato negativamente sulle produzioni della 500 BEV”, ovvero della 500 elettrica, “dimezzando le produzioni rispetto alle 23.700 unità del 1° trimestre del 2023”.
Restando ancora nel polo torinese, la ricerca mette in luce che, per ciò che riguarda la linea Maserati, la produzione è scesa del 40% rispetto al 2023. In pratica, nel 1° trimestre di quest’anno sono state prodotte 1.320 unità, realizzando un risultato drammaticamente lontano da quello dell’analogo periodo del 2017, quando erano state fabbricate oltre 15.000 unità.
Passando poi allo stabilimento Maserati di Modena, il rapporto Fim sottolinea che, anche qui, si è avuta una “significativa flessione negativa”. Infatti, nel primo trimestre di quest’anno sono state prodotte 105 autovetture, contro le 330 dell’anno scorso.
Per ciò che riguarda la produzione di autovetture, va poi detto che brutte notizie giungono anche da Cassino (Frosinone), dove si è avuta una “flessione negativa del -40,7%” rispetto al primo trimestre 2023. Ancora peggiori i dati relativi allo stabilimento di San Nicola di Melfi (Potenza), quello che “perde la maggiore quantità di auto, con 25.770 unità in meno rispetto al 1° trimestre 2023”. In parole povere, anche qui, come a Torino, la produzione si è più che dimezzata, toccando un impressionante -50,7%. Impietoso, poi, il paragone fra i risultati produttivi raggiunti a Melfi nel primo trimestre di quest’anno e quelli relativi allo stesso periodo del 2019, l’ultimo anno pre-Covid. In questo caso, infatti, “la perdita è ancora più pesante: -41.819 auto”, pari a un -62%.
Conclusione provvisoria. L’obiettivo di raggiungere in Italia la produzione di 1 milione di autoveicoli, quello attorno a cui si è discusso in questi giorni al Mimit, il ministero delle Imprese e del Made in Italy, per adesso, quanto meno, “si allontana”.
Fernando Liuzzi