1635 lavoratori licenziati in Italia e di 52 all’estero: questi, secondo la FiltCgil, i veri numeri dell’accordo Alitalia. L’azienda, infatti, dichiara il sindacato in una sintesi sulla vertenza: “Ha sempre confermato, sin dall’inizio della trattativa, la ferma volontà di procedere a licenziamenti, negando il diritto disponibile all’ammortizzatore sociale conservativo e difensivo dell’occupazione”.
“Abbiamo sostenuto sin dall’inizio –prosegue la nota- l’esigenza di evitare licenziamenti attraverso la riduzione degli esuberi e l’utilizzo della cassa integrazione. La volontà aziendale di procedere ai licenziamenti è stata ribadita più volte, arrivando nella giornata di sabato 12 luglio a rifiutare una proposta di mediazione, avanzata dal ministro del Lavoro Poletti, che avrebbe permesso il ricorso alla cigs”.
”L’azienda – ricostruisce ancora il sindacato – ha portato il confronto fino alla serata del 12 luglio facendo finta di negoziare per poi presentarsi con un testo già preconfezionato, denominato Accordo Quadro, accompagnato da un verbale di accordo aziendale, distruttivo dei diritti e utile alla gestione incontrollata dei processi di mobilità”.
“I diritti delle persone vengono così calpestati – sostienela Filt Cgil- attraverso la torsione di una recente disposizione di legge (il nuovo comma 4 bis dell’art 47 della legge 428/90 in merito alle disposizioni sul trasferimento di azienda) che presenta seri problemi di legittimità e che ci riserviamo di impugnare in ogni sede e con tutti gli strumenti disponibili”.
“Nei fatti, sottolineala Filt, con i contenuti dell’intesa firmata da Cisl, Uil e Ugl, si determina il licenziamento di 1635 lavoratori in Italia e di 52 lavoratori all’estero. A 681 di questi lavoratori si offre l’incerta prospettiva del reimpiego fuori da Alitalia. Prospettive tutte da verificare e senza alcuna garanzia in assenza di accordi (allo stato inesistenti) con le imprese che dovrebbero assumerli”.
“Il resto dei lavoratori – prosegue la ricostruzione del sindacato – ha davanti a sé nell’arco di pochi mesi la prospettiva disastrosa della mobilità e della successiva disoccupazione (il contratto di ricollocamento è tutto da definire e mancano ancora i decreti attuativi). Tra le numerose negatività dell’accordo viene perfino ridotta, a partire dal 31 dicembre prossimo, la copertura degli ammortizzatori sociali definiti con gli accordi pregressi”.
“Nei prossimi 3 giorni – conclude la nota – svilupperemo il confronto interno alla Filt con i lavoratori sulle ragioni della nostra scelta e sulle possibilità di arrivare a un accordo che tenga insieme le tutele e i diritti dei lavoratori e la salvaguardia dell’azienda di fronte al possibile fallimento”.